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Sabato 10 Maggio 2003 - Libertà

Con Cataldo alla corte di Goethe

Municipale - Fra una settimana in "prima assoluta" l'opera lirica del compositore piacentino. Carlotta e Werther al tramonto, regia di Tomassini

La prima esecuzione di una composizione "seria" contemporanea non è moneta corrente nei nostri teatri (la seconda o terza esecuzione lo è ancora meno, ma il discorso ci porterebbe lontano). Ma la prima di una nuova opera lirica - una creazione di enorme impegno per il suo autore, uno spettacolo "importante" anche sul piano dei costi, un genere che molti amano dare per morto - è un evento raro su scala mondiale. E se a ospitarla è un teatro di tradizione come il Municipale, l'importanza di un simile appuntamento è qualcosa che non dovrebbe nemmeno essere spiegato. Ora, questo è precisamente quanto avverrà sabato 17 maggio alle 21, quando il Municipale terrà finalmente a battesimo Ancora Werther e Carlotta, opera lirica (o, meglio, "vicenda lirica in un atto a tre scene") scritta e musicata nel 1999 dal maestro concittadino Glauco Cataldo, decano dei musicisti piacentini e compositore di elevato prestigio internazionale (ha al proprio attivo un centinaio di numeri d'opera, molti dei quali premiati in concorsi di primo piano). Un atto unico da poco più di un'ora, la cui "prima" si annuncia come uno spettacolo da non perdere per almeno due motivi. Uno è offerto dal cast. La compagnia schiera belle e giovani voci come quelle del soprano Rossella Redoglia e del baritono Pierluigi Dilengite (nei panni dei due protagonisti) e di altri due soprani, la piacentina Giovanna Beretta e la giovanissima Annarosa Agostini (assai apprezzata nel Tancredi del dicembre scorso) cui sono affidati gli "a parte" di questo dramma musicale di sobria essenzialità. Alla guida dell'Orchestra Filarmonica Italiana troveremo il concittadino Camillo Mozzoni, oboista nonché direttore. Piacentino è anche il regista di questa messa in scena: Stefano Tomassini (leader della compagnia Infidi Lumi, artista con pochi eguali sulla scena italiana per profondità culturale, ingegnosità tecnica e forza estetica, Premio della Critica teatrale 2002 per la sua messa in scena di Il ventaglio di Goldoni all'ex Centrale dell'Enel di Piacenza), qui alla prima regia lirica. L'altra e più sostanziale ragione per cui Ancora Werther e Carlotta si annuncia come un evento di grande importanza per la vita artistica cittadina sta, semplicemente, nell'opera stessa. Ovvero, nella bellezza del testo poetico e musicale; nella personalità dell'autore, che con questa sua prima opera lirica corona una lunga e gloriosa carriera di compositore intrapresa ben sei decenni fa; e anche nel peculiare fascino dell'"occasione" letteraria che ha ispirato Cataldo. Due, infatti, sono le fonti romanzesche di Ancora Werther e Carlotta. La più remota e celebre è, naturalmente, I dolori del giovane Werther, l'immortale romanzo giovanile in cui, attraverso la vicenda di Werther disperatamente innamorato della fidanzata di un amico fino al "suicidio passionale", Goethe adombrava autobiograficamente la propria passione per Carlotta Buff. La fonte più prossima è invece Carlotta a Weimar di Thomas Mann, ironica, dolceamara ricostruzione dell'incontro in cui, nel 1816 (42 anni dopo la pubblicazione del romanzo), l'anziano Goethe e l'anziana Carlotta - ormai vedova Kestner - si rividero a Weimar. Nelle pagine di Mann, ogni incanto è dissipato: il Grande Poeta Nazionale, carico di onori e di una lunga vita vissuta all'insegna di una lucida e calcolante avidità di esperienze, è cortese ma distante, quasi freddo verso l'attempata signora davanti a lui, in cui non può o non vuole ritrovare la fanciulla diciannovenne tanto amata in un tempo lontano. Da quell'incontro prende le mosse Cataldo, immaginando per i due antichi amanti un diverso, e più romantico, destino. Romantico nel senso forte del termine: il trionfo della memoria sul tempo, della Poesia sulla Storia, del Sogno sulla Realtà. Nel corso delle tre scene che scandiscono l'atto, la coppia di personaggi in scena si trasfigura in qualcosa che è più di un flash-back: Carlotta Kestner diventa la Carlotta del romanzo, il vecchio Goethe diventa il giovane Werther. Ed entrambi comprendono che la loro autentica realtà non è quella della vita ma del romanzo, finzione più vera del vero, archetipo universale della passione amorosa che trascende le particolari miserie individuali. Ancora Werther e Carlotta sarà presentata al pubblico lunedì 12 alle 21 all'Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via San'Eufemia, una settimana prima del suo debutto teatrale, con un incontro organizzato dagli Amici della Lirica e dal Centro culturale italo-tedesco, che esplorerà i rapporti di questa creazione di teatro musicale con le sue fonti letterarie (goethiane e manniane) e vedrà la partecipazione del maestro Cataldo, del direttore d'orchestra Camillo Mozzoni e del regista StefsanoTomassini. Verranno eseguite anche alcune arie dall'opera interpretate dai due protagonisti, la Redoglia e Dilengite con al pianoforte Corrado Casati.

Alfredo Tenni

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