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Venerdì 9 Maggio 2003 - Libertà

"Hospice", oggi un seminario per fare il punto

Interverranno medici specialisti, ma anche sindaco, assessori ed il direttore generale dell'Ausl

Della creazione di Hospice si parla da qualche tempo anche a Piacenza tanto che il Comune ha insediato un gruppo di lavoro sul tema e sull'argomento si terrà voggi (dalle 9 alle 13 all'Auditorium della Fondazione in via sant'Eufemia) un convegno organizzato da Legacoop e patrocinato da Comune e Provincia, intitolato "Hospice: facciamo il punto?". E dopo i saluti del sindaco Reggi e del Presidente della Provincia Squeri, il punto si farà sulla normativa con varie relazioni tra cui quella della direttrice medica dell'Hospice di Bentivoglio (Bologna), Danila Valenti, di cui qui sotto ospitiamo un intervento che riguarda proprio il senso di questa iniziativa.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce le cure palliative come : "l'assistenza globale,attiva,di quei pazienti la cui malattia non risponda ai trattamenti guaritivi. E' fondamentale affrontare e controllare il dolore, gli altri sintomi e le problematiche psicologiche, sociali e spirituali. L'obiettivo delle cure palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita per i Pazienti e per le loro famiglie." L'Hospice MariaTeresa Chiantore Seràgnoli propone al Paziente e alla Sua famiglia un programma di cure palliative. Nella fase avanzata di malattia la presa in carico globale della persona, di tutti i suoi bisogni,e della sua famiglia diventano imprescindibili. L' Hospice "Chiantore Seragnoli" ha una struttura a stella, su un unico piano, che comprende 27 "camere singole a 2 posti letto", con il secondo letto a disposizione dei familiari che desiderino fermarsi con il Paziente, luminosissime porte finestre si aprono sul giardino. La giornata in Hospice è organizzata attorno al Paziente. Non esistono orari di visita e la famiglia e gli amici sono sempre i benvenuti. I pasti sono serviti ad orari "normali".Tutte le terapie prevedono il massimo della personalizzazione . Ciò cui noi tendiamo è il raggiungimento della migliore qualità di vita per quel Paziente, alla luce del concetto di qualità di vita proprio di quella persona. Perché la sofferenza è dolore,ma non è solo dolore Il dolore è controllabile, utilizzando tutti gli strumenti adeguati nell'85% dei casi. Il 100% delle persone affette da tumore soffre. La mission dell' Hospice MariaTeresa Chiantore Seràgnoli consiste nel lenire questa sofferenza. Ma cosa intendiamo per sofferenza? La sofferenza è avere un corpo che non ti segue più, che non risponde più ai tuoi comandi, che sfugge ad ogni controllo e, soprattutto,la consapevolezza di tutto ciò e delle sue conseguenze. La sofferenza presenta caratteristiche diverse nelle diverse fasi. di depressione, di rabbia, di ansia. Su cosa possiamo intervenire e come possiamo intervenire con il modello assistenziale hospice per lenire la sofferenza? Il dolore fisico è il primo elemento da combattere con tutti gli strumenti di controllo a nostra disposizione, in quanto non c'è possibilità di relazione se c'è dolore: il dolore "riempie la mente" ed impedisce un efficace contatto. Possiamo sostenere il Paziente nella sofferenza dovuta alla perdita di ruolo, riconoscendogli il ruolo professionale avuto in società, rivolgendosi ad esso, sempre con il cognome preceduto dal titolo, e per nessun motivo ( se non dietro esplicita e ripetuta richiesta da parte del Paziente stesso) rivolgendosi al Paziente con il "tu" o con nomignoli o vezzeggiativi che, rimarcando lo stato di debolezza della persona, sottendono un offensivo e arrogante atteggiamento di ingiustificata superiorità da parte del sanitario. Nella difficile accettazione di uno stato di dipendenza dalla famiglia, possiamo aiutare il Paziente sollevando, anche solo temporaneamente la famiglia dal carico dell'assistenza diretta e dell'impegno alla somministrazione dei farmaci, spesso motivo di ansia nei familiari. Presupposto imprescindibile nel rapporto medico-paziente è l'ONESTA' della verità. Onestà della verità che non significa spietatezza nella comunicazione della diagnosi e della prognosi della malattia, bensì disponibilità alla trasmissione della verità. La verità va proposta, sempre, ma non va imposta.

*Direttrice medica Hospice "Chiantore Seragnoli" di Bentivoglio

Daniela Valenti*

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