Martedì 6 Maggio 2003 - Libertà
Nasce un premio in suo nome
Un convegno nazionale con tanti protagonisti per ricordare un grande del giornalismo
Un premio alla libertà del giornalista, un riconoscimento non alla scrittura ma piuttosto alla tempra di chi, sotto il pungolo di un mestiere anche spietato, sa resistere ai condizionamenti, sa rispondere solo alla propria coscienza e reagire non tanto alla censura esterna, quanto alla più grave tentazione dell'autocensura. Un premio così non può che portare il nome di Alberto Cavallari. L'annuncio dell'iniziativa è stato dato in apertura del convegno alla Fondazione di Piacenza e Vigevano da Lorenzo Del Boca, presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti. L'Ordine si impegna a sostenere e a promuovere con forza questo premio che potrebbe avere portata internazionale (Cavallari ha insegnato giornalismo a Parigi e a Manchester) e che dovrà segnalarsi per il suo valore nella selva delle tante onorificenze riconosciute a destra e a sinistra, promette Del Boca. Di più il presidente non anticipa: i dettagli, lo statuto e il regolamento verranno in seguito, spiega, per ora si sa che nasce questo nuovo riconoscimento destinato a premiare l'indipendenza di chi informa. "La stampa oggi è sotto schiaffo" ha aggiunto Del Boca, fra figure che operano in questo mestiere con approssimazione e dal lato opposto profili, come quello di Maria Grazia Cutuli, di giornalisti che muoiono facendo il loro dovere. "Essere come Alberto Cavallari è assai di più che celebrare l'eccellenza della professione". E il conduttore dei lavori alla Fondazione, nonché organizzatore del convegno, il quirinalista del "Corriere della Sera", Marzio Breda, ha anticipato l'uscita, entro quest'anno, di un nuovo volume che raccoglierà gli scritti di Cavallari e che arricchirà con un ulteriore tassello la conoscenza del pensiero del grande giornalista piacentino.
(pat.sof.)