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Venerdì 27 Giugno 2003 - Libertà

Mozart per gli "Aperitivi in musica": allo spazio Le Rotative c'è Frequin

Oggi alle 18.30 secondo concerto a Libertà in via Benedettine

Oggi pomeriggio alle 18.30, con un breve concerto del pianista Michel Frequin alle prese con la splendida Sonata in Re maggiore KV284 di Mozart, lo Spazio Le Rotative di via Benedettine ospiterà il secondo degli "Aperitivi in musica" (a ingresso libero fino a esaurimento posti) organizzati da Libertà col comitato promotore del Valtidone Festival (che riunisce i Comuni della Valtidone e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, col patrocinio di Regione, Provincia, Comunità Montana Valtidone e Banca di Piacenza, con l'organizzazione affidata a Tetracordo sotto la direzione artistica di Livio Bollani e la partnership organizzativa del nostro quotidiano e di Piacenza Turismi).
Come gli altri artisti di questo "cartellone", Frequin - olandese che vive da tempo in Italia - è allievo a Sarmato della master class diretta da Carlo Levi Minzi e Thomas Wicky-Borner e già da anni vanta un'intensa attività concertistica in Italia e all'estero.
Un altro giovane di talento sul quale lo Spazio Le Rotative scommette per offrire a Piacenza un nuovo, emozionante appuntamento musicale; proprio come è stato per Joanna Laine e Annimari Pelli, le due ragazze finlandesi (clarinettista la prima, pianista la seconda, entrambe allieve dell'Accademia Sibelius di Helsinki ma divenute un duo solo grazie all'Erasmus che le ha fatte incontrare a Milano) che, con la Sonata op.120 n.1 di Brahms, hanno inaugurato gli "Aperitivi" mercoledì pomeriggio. Un altro artista (ma la definizione lo imbarazza) che in quell'occasione si è messo clamorosamente in luce è il piacentino (anzi, ottonese) Giancarlo Carraro. E' lui - come definirlo? - il collagista-proiezionista-rumorista-regista autore, col grafico Mauro Ferrari, dell'originale "spettacolo di multivisione" in cui 18 proiettori Carousel sincronizzati hanno "sparato" sui muri e il soffitto della sala uno straordinario "impasto" di circa 500 immagini (tratte dalla collezione del fotografo Franco Franzini) sul passato e il presente del lavoro notturno in rotativa, la cui incalzante frenesia era restituita dal "ritmo della macchina" evocato dalla musica elettronica di Vangelis e dai rumori della rotativa registrati in loco dallo stesso Carraro.
Un piccolo capolavoro di "poetica industriale". "Le proiezioni mi affascinano da quando ero bambino: ricordo l'episcopio nero delle suore all'asilo, i giochi d'ombre che facevo con la torcia elettrica e la scatole di bambole, il film di cui non seguivo nemmeno le storie perché‚ ero folgorato dalle immagini" dice Carraro, rievocando un'infanzia da "Nuovo Cinema Paradiso".
Un altro, con quel retroterra, avrebbe provato a diventare regista. Carraro no: ha letteralmente inventato una nuova forma d'arte, studiando ottica ed elettronica, sperimentando accostamenti di suoni e immagini, spendendo tutti i suoi soldi in strumentazioni sempre più sofisticate. E accontentandosi di mostrarne i risultati agli amici finché, nel 1990, una "multivisione" curata per i campionati nazionali di softball a Genova non lo rivela a un pubblico sbalordito. Seguono altre commissioni a sfondo sportivo (una monumentale "Storia del baseball", memorabili allestimenti a Bormio per i campionati di sci alpino): la svolta "industriale" di Spazio Le Rotative segna un indirizzo nuovo nella produzione di artista (sì, artista) che tutti dovrebbero conoscere.

Oliviero Marchesi

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