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Venerdì 27 Giugno 2003 - Libertà

"L'opera deve emozionare, Verdi dà molto ai personaggi"

Vigoleno - Parla il baritono protagonista dal 12 luglio al Castello per la stagione lirica estiva. Io, Servile, Macbeth furioso

Roberto Servile, uno dei baritoni più conosciuti e apprezzati nel mondo, sarà il protagonista dell'opera Macbeth di Giuseppe Verdi, che andrà in scena sabato 12 luglio alle 21.30 (con repliche domenica 13 e il martedì successivo, nell'ambito della stagione lirica al Castello di Vigoleno), diretta da Günter Neuhold ed eseguita dall'Orchestra della Fondazione Toscanini per la regia di Riccardo Canessa. Al fianco di Servile, gli interpreti principali saranno Alessandra Rezza (Lady Macbeth), il tenore Carlo Ventre (Macduff), il basso Orlin Anastassov (Banquo).
Servile è senza dubbio una "punta di diamante" della scena lirica: la sua fulgida carriera lo ha visto esordire in qualità di vincitore dei più prestigiosi concorsi lirici internazionali e, dopo un debutto pucciniano in Bohème, rappresentata in più continenti, il baritono è stato scelto dal grandissimo direttore d'orchestra Herbert von Karajan in persona per il Don Carlos nel Festival pasquale di Salisburgo. Da allora, una qualsiasi tra le variegate tappe liriche della storia artistica di Roberto Servile rappresenta un "colpo d'accelleratore" sui pendii di un'infinita scalata, la cui ultima "cima" sarà, a breve, la sua interpretazione del dramma shakespeariano musicato dal genio di Busseto.
Di quest'ultimo ruolo, in particolare, abbiamo discusso con Servile, impegnato nelle prove a Vigoleno.

Prima di tutto: come stanno andando le prove?
"Bene. Anche se in questo mestiere bisogna sempre "toccare ferro"... L'impianto scenico mi piace molto: ci sarà molto da "agire" dal punto di vista scenico ma, nonostante il ruolo sia particolarmente impegnativo, anche per questo motivo, mi son trovato bene col regista Canessa. Mi ritrovo nelle sue idee".

Immagino che un interprete come lei, con alle spalle una ricca e brillante carriera sui palcoscenici di tutto il mondo, abbia un'ampia visione anche rispetto alla regia e agli aspetti tecnico-espressivi della messa in scena di un'opera. E' così?
"Confermo quanto da lei detto: l'esperienza è tutto. Il talento e le doti di partenza sono valori imprescindibili ma l'esperienza è ciò che rende possibile la crescita di un interprete, la cui potenzialità e tecnica vocale gli permettono un repertorio che, procedendo nella carriera, si contraddistingue sempre più nel "come si fa" e non solo nel "cosa si fa". Bisogna dare tempo al tempo. Penso all'arte scenica. E Macbeth è certamente un personaggio molto intenso".

Ha trovato differenze nell'esibirsi di fronte a un pubblico così vasto ed etorogeneo, dalla Cina attraverso l'intero globo terrestre?
"Sì e anche queste differenze fanno parte dell'esperienza ed arricchiscono. Diciamo che, soprattutto, ci si esibisce di fronte a un pubblico sempre più eterogeneo e, dunque, occorre pensare che una larga parte non è abituato alla musica lirica e allora bisogna emozionare questo pubblico. Intendiamoci, occorre emozionare anche i "melomani", gli appassionati conoscitori ma è importante far conoscere e far amare l'opera a un pubblico nuovo, giovane e sempre più vasto".

E' importante l'aspetto dal vivo per una corretta educazione musicale?
"E' fondamentale: senza nulla togliere ai dischi e ai documenti, che rappresentano un'importante fonte di conoscenza dalla quale attingere, è però l'assistere alla messa in scena dal vivo l'esperienza più accattivante per gli spettatori. Specialmente in un'opera come "Macbeth". In fondo, è per questa ragione che si inscenano continuamente opere liriche in tutto il mondo".

In quale dei suoi tanti ruoli si è riconosciuto particolarmente?
"Io ho "sentito" molti personaggi nel corso della mia carriera. In particolare quelli del repertorio verdiano. Per me Verdi sa "dare" moltissimo ai suoi personaggi: allora potrei citarle, in particolare, i miei ruoli in "Rigoletto", "Un ballo in maschera" e "I due foscari", che spero di poter fare presto. Ma anche in "Macbeth", che ho interpretato una sola volta, in passato: non si può dire che quello di Vigoleno sia per me un debutto vero e proprio, ma è un "quasi debutto" e ci tengo molto".

Un'ultima curiosità: con quali cantanti donne si è trovato più in sintonia, come partner sul palcoscenico?
"Con molte. Con alcune benissimo ma le confesso, sinceramente, di essere contentissimo di avere al mio fianco Alessandra Rezza per questa messa in scena. Tempo addietro, proprio lei è stata mia partner in "Luisa Miller" e sempre in una messa in scena per la "Toscanini". La compatibilità c'è stata e molto forte. E anche durante le prove di "Macbeth" la sensazione è la stessa".
Un motivo in più perché la messa in scena di Vigoleno risulti un evento davvero imperdibile.

Eleonora Bagarotti

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