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Giovedì 26 Giugno 2003 - Libertà

Il Politecnico rilancia il laboratorio per prove d'urto

Il rettore dell'Ateneo ha esposto a varie autorità i progetti sul territorio piacentino

La firma sul Centro collaudo dei materiali per l'edilizia (vd. sotto) si è trasformata ieri in una occasione di confronto fra i vertici del Politecnico di Milano e le autorità piacentine. Al tavolo costituito in Fondazione hanno partecipato anche le istituzioni: Comune (con l'assessore Marco Elefanti), Provincia (con il presidente Dario Squeri) e Camera di Commercio (presente il presidente Luigi Gatti).
Il rettore del Politecnico, Giulio Ballio, ha infatti colto l'occasione per esternare alla città i tanti progetti che l'ateneo potrebbe portare a Piacenza, tra cui il Crash Center, un centro per prove d'urto unico in Italia.
"Piacenza deve rafforzarsi nella ricerca anche con il trasferimento al territorio di attività del Politecnico - premette Ballio -. Per far questo abbiamo sottoposto alla comunità una decina di proposte: da in laboratorio di termofluidodinamica, ad uno per sistemi di produzione, dal laboratorio per le politiche temporali ad uno per l'interscambio modale". Il Politecnico ha rilanciato il centro prove d'urto: "Possiamo farlo a Piacenza o a Tortona, c'è già un investimento, ci farebbe piacere farlo da voi perché a Tortona non c'è attività didattica. Servono però 30 ettari di terreno".
Il Crash Center risponde alle esigenze delle società di costruttori di barriere stradali, si tratta di verificare gli urti dei mezzi per studiare la protezione dei passeggeri e i dispositivi di sicurezza delle macchine. In sostanza consiste in una grande pista dove costruire varie tipologie di barriere. Oggi i costruttori vanno in Francia o in Germania. "Ciò è di estremo svantaggio per le nostre società.
Su questo progetto ci sono risorse umane. Il professor Vittorio Giavotto è una autorità internazionale nel settore. E in prospettiva si sta parlando anche di prove fra treni, i cui urti sono molto insicuri per i passeggeri".
Questa ed altre opportunità sono state sottoposte alla Fondazione, ma occorreranno altri incontri. "Ora è la comunità piacentina che deve risponderci sulla base dei suoi interessi, vogliamo collaborare e non imporre nulla". Si vuol anche stringere rapporti tra università attraverso un consorzio tra Cattolica e Politecnico.
E la famosa laurea contestata? Ovvero il passaggio dalla laurea in trasporti alla laurea in ingegneria con orientamento in trasporti? "Tutto a posto, del resto vogliamo dare un'offerta formativa più ampia possibile e non troppo specialistica agli studenti, dobbiamo produrre tecnici che si sappiano adattare al mercato del lavoro. Anche architettura si è modellata sulle necessità del mercato e crediamo che questo darà massima soddisfazione ai giovani di Piacenza che una volta laureati potranno adattarsi alle necessità del territorio e non dovranno emigrare".

pat.sof.

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