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Mercoledì 18 Giugno 2003 - Libertà

Solidarietà sulle note dei classici

Bella performance pro-Unicef dei tedeschi ospiti al Farnese

Il "cuore" di Piacenza, solitamente generoso e disponibile a sostenere iniziative benefiche, questa volta non ha risposto. Forse per colpa del caldo torrido che avrà favorito le gite in Trebbia o al mare, sta di fatto che il concerto organizzato nel cortile di Palazzo Farnese a favore dell'Unicef dal "Centro culturale italo-tedesco" di Piacenza, in collaborazione con vari enti (Comune, Provincia, Consolato Tedesco, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Musei di Palazzo Farnese, Banca Farnese e Lions Club Piacenza Host) è andato praticamente deserto. Solo una trentina gli spettatori, di cui una decina tra organizzatori e accompagnatori dei giovani protagonisti, i componenti delle orchestre di Fischach e Mindelheim, due cittadine della tedesca Boemia.
Un vero peccato, per l'Unicef anzitutto, per gli organizzatori (a cui va riconosciuto il merito di realizzare appuntamenti culturali sempre di notevole spessore) per i componenti dell'orchestra (suonare davanti a delle sedie vuote non dà mai grande soddisfazione) ma soprattutto per gli assenti, che si sono persi un ottimo concerto. E' stato un vero piacere vedere così tanti giovani (l'età media dell'orchestra era intorno ai vent'anni anni) dedicarsi con passione a suonare uno strumento.
Giovani normalissimi, capelli a spazzola per i ragazzi e tatuaggio d'ordinanza sulla spalla per le ragazze, non certo topi da biblioteca. Ma si sa, l'insegnamento-serio, non come si vede in certe brutture televisive - della musica alle giovani generazioni è una tradizione teutonica da cui in Italia non avremmo che da imparare. E i componenti dell'orchestra l'hanno ampiamente dimostrato, eseguendo brillantemente, con la direzione alternata dei bravissimi Lothar Uth e Marcus Kolb, un repertorio "giovanile", per divertire ascoltatori ed esecutori. Unici nei, qualche transitorio problema di intonazione e la sezione - un po' debole, nonostante la numerosità - dei flauti.
Dopo l'esecuzione di un arrangiamento di Haurvast su composizioni di Bach è seguita Shennandoah, nota melodia composta da anonimo diffusa negli Stati Uniti ad opera del compositore Franco Ticchelli. E' poi stata la volta di una partitura moderna, Il destino degli dei del compositore americano Reinike. Un brano intenso, che potrebbe tranquillamente adattarsi come colonna sonora di un film, tanto diversi sono gli stati d'animo che evoca, seguito da Memory di Waignein che ha visto l'ottima performance, come solista al tuba tenore, del diciannovenne Rosskopf, giovane talento molto promettente, dotato di un timbro dolcissimo e perfettamente controllato.
Altra composizione moderna con Glasnost di Stradford, brano che - senza troppo sforzo - traspone in chiave moderna melodie russe (inno nazionale, Schiaccianoci di Ciaikovski e canti della tradizione popolare). Per finire, Per la mia patria, tratto dalla terza Sinfonia di Bernard Zweers, il rilassante One moment in Time di Rush, il Choral and Rock out del compositore olandese Huggens e due simpatici medley su canzoni dei Queen e degli Abba. E, come simpatico omaggio all'Italia, un Nessun dorma dalla Turandot di Puccini.

m. bard.

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