Mercoledì 4 Giugno 2003 - Libertà
Un parto più naturale per non soffrire
Il primario Colombo: eccessiva ospedalizzazione. Domani un convegno
Recuperare la dimensione più intima, ed emotiva del parto, ponendo al centro le esigenze della mamma e del bambino. E' questa la filosofia che guida l'attività del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale "Guglielmo da Saliceto" di Piacenza, e che verrà illustrata dal neo-primario (la nomina è arrivata proprio il giorno della festa della donna) Franco Colombo domani sera presso l'auditorium della Fondazione in via Sant'Eufemia, durante un incontro pubblico dal titolo "Partorire a Piacenza, attualità e prospettive future". In quest'ottica c'è da ricordare tra le possibilità già offerte da un paio di anni dall'ospedale piacentino il travaglio e il parto in acqua: esperienze che, come ricorda il primario, sono ancora poco diffuse in Italia.
Nella vicinissima e più moderna Lombardia sono solo 4 o 5 gli ospedali che praticano il parto in acqua, possibilità sempre più apprezzata dalle mamme piacentine, come mostrano alcuni dati presentati dal primario: nel 2002 sono stati in tutto 21, mentre al 31 maggio di quest'anno si è passati già a 42.
A questo vanno aggiunti i dati relativi ai tagli cesarei in diminuzione: nell'aprile 2002 per esempio su 95 parti 46 sono stati effettuati con i cesarei, nell'aprile 2003 su 89 si è scesi a 38. A maggio di quest'anno sono stati solo 27 i cesarei su 116 parti. "In questi ultimi anni il parto è diventato sempre più medicalizzato - ha spiegato il primario - il nostro obiettivo è quello di interrompere questa eccessiva ospedalizzazione legata alla nostra società industriale, e porre al centro di quest'evento non più i medici e gli ostetrici ma la donna e il suo bambino".
Si tratta di ridare alle mamme il ruolo dominante che compete loro in un momento che può essere definito, senza voler sembrare troppo retorici, il più importante ed emozionante della loro vita: la nascita del proprio figlio o della propria figlia. Quindi niente più donne imprigionate tra cardiografi e macchinari come "balene arenate", ribadisce il dottor Colombo, ma "libere di muoversi all'interno della sala parto, assumendo nel corso del travaglio le posizioni che preferisce".
Un recupero della naturalità di un evento che è vecchio come il mondo grazie alla ricreazione di un ambiente "il più domestico e familiare possibile, con colori tenui e musica soffusa". In questo modo, in un clima rilassato per le future mamme "la percezione dolorosa della contrazione è nettamente inferiore, perché favorisce la distensione, e viene recuperata la dimensione emotivo - affettiva del partorire che spesso viene dimenticata, a vantaggio di un approccio più medicalizzato".
p. pin.