Martedì 3 Giugno 2003 - Libertà
Note seducenti per la Ticinensis
Valtidone festival - Pubblico folto e molti applausi agli interpreti del secondo concerto a Nibbiano. Rigore e poetica da Corelli a Mozart, sul podio Bertolotti
Per capire che cosa incantevole sia il Valtidone Festival, combinazione di musica e turismo all'insegna del buon gusto, basterebbero le immagini e i suoni del concerto che l'Orchestra da Camera Ticinensis diretta da Alberto Bertolotti ha tenuto l'altra sera nella piazzetta storica di Nibbiano: uno degli scorci più suggestivi, con le sue case di pietra e la facciata di Palazzo Malvicini Fontana sullo sfondo, di un "borgo vecchio" tra i più belli della nostra provincia (la storia di questo paese fondato prima del Mille è stata rievocata, nell'intervallo della serata, dal sindaco Alberto Borghi).
La "Ticinensis" (la prima orchestra da camera del Basso Pavese: una formazione di musicisti giovani, bravi ed entusiasti, forgiati in orchestre come quelle della Scala e dei Pomeriggi Musicali) ha offerto un'esibizione molto felice, capace di combinare le raffinate scelte di repertorio barocco che distinguono l'ensemble diretto dal bravissimo Bertolotti con una rara capacità di fare presa su tutti. A differenza di tanti spettacoli di alta qualità organizzati in piccoli centri, questo non ha richiamato solo appassionati giunti da lontano, ma è stato anche un vero "evento locale": la piazzetta era gremita, con molti spettatori in piedi sulle stradine d'accesso o affacciati alle finestre delle vie vicine. Un'ulteriore prova, dopo il debutto a Sarmato, del crescente successo che si è guadagnato in sei edizioni il Valtidone Festival, rassegna collaterale ai Concorsi Internazionali di Musica della Valtidone, promossa da Comune di Pianello e Fondazione di Piacenza e Vigevano con gli altri Comuni della vallata sotto la direzione artistica di Livio Bollani e per l'organizzazione di Tetracordo, col patrocinio di Regione, Provincia e Comunità Montana Valtidone, la collaborazione di Piacenza Turismi e Libertà e il sostegno della Banca di Piacenza. Il programma? Una delizia. Aperto dal divino Concerto grosso op. 6 n. 7 di Arcangelo Corelli, è proseguito con tre Concerti di Vivaldi: il Concerto n. 5 in Do maggiore per flautino, archi e cembalo (con Nicola Bisson al flauto solista), il Concerto op. 3 n. 8 in La minore per due violini, archi e cembalo (violini solisti, Jacopo Bigi e Giovanni Lanfranchi) e il Concerto in La maggiore per archi e cembalo. Finale con una sciccheria: la Première Suite per trombe, flauti, timpani, archi e cembalo di Jean-Joseph Mouret, musicista del primo '700 francese le cui composizioni sono perfetti archetipi della musica curtense di Versailles.
Questa sontuosa fanfara, che forse allietò qualche occasione solenne alla corte dell'anziano Re Sole e ancora oggi riesce a evocare grazia e magnificenza in pari misura, ha visto la prima delle sue quattro parti eseguita come bis (con le trombe Sabrina Sanvito e Alessandro Grioni che si sono concesse la licenza di un "Re" acuto sparato come finale a effetto). Ma a sedurre la platea è stata soprattutto la Kinder-Symphonie di Mozart, col suo brio invincibile, la sua finta ingenuità e il suo arsenale di strumenti-giocattolo: la raganella, l'usignolo (quello strumentino d'argilla pieno d'acqua che, a soffiarvi dentro, produce un suono che imita i gorgheggi del più canoro fra gli uccellini), il cucù affidato a un'ocarina (e pure - non scritte in partitura - le campane della chiesa, che si sono intromesse per battere le ore contribuendo buffamente alla naïveté dell'insieme). Un perfetto simbolo della giocosa voglia di divertirsi suonando e di suonare divertendosi - senza nulla togliere al rigore tecnico e "poetico" dell'esecuzione e dell'interpretazione - che è la cifra dell'Orchestra Ticinensis.
Oliviero Marchesi