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Martedì 29 Luglio 2003 - Libertà

La "Corelli" risplende in Mozart e Vivaldi

Valtidone festival - Trionfo festoso di sonorità tra il verde di Pecorara

L'acid-rock non c'entra nulla e gli additivi chimici neppure, ma il concerto di musica classica che ha costituito l'evento-clou della "Festa della Comunità Montana Valtidone" svoltasi domenica pomeriggio su un colle nel comune di Pecorara (a Piani di Busseto, sopra Crocetta di Cicogni) è stato - se non altro per il colpo d'occhio - una vera esperienza psichedelica.
Una pedana montata su un prato sotto lo sguardo meravigliato di vacche e cavalli bardigiani, una violinista in abito lungo e decine di orchestrali in impeccabile "divisa" sotto un sole ancor battente, un pianoforte magicamente scodellato da un furgone inerpicatosi su chilometri di strada sterrata. Seduto qua e là su seggiole di plastica, ma più spesso sull'erba, il pubblico era il più vario immaginabile: establishment piacentino e famiglie di collina, ragazzi e professori di musica, vecchi alpini con la penna e freaks a torso nudo (tatuato).
Calata in mezzo alle esibizioni folk di Voci di Confine, Gruppo Spontaneo Trallallero, Enerbia e Troveurs Valdotains, questa materializzazione di un auditorium in alta quota ha prodotto l'effetto di un Ufo.
Ma dimenticavo la cosa importante: è stato un concerto fantastico. Qualcuno, di fronte a una tale ambientazione a un programma di sala (si fa per dire) aperto e chiuso da "classical hits" da suoneria di telefonino come Le Quattro Stagioni di Vivaldi e Eine Kleine Nachtmusik di Mozart, poteva essere tentato di catalogare il tutto, scrollando le spalle, alla voce "manifestazioni turistiche". Nulla di più lontano dalla realtà: del resto, la tradizione del Valtidone Festival (diretto da Livio Bollani e promosso dai Comuni del comprensorio e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano con la Provincia, la Comunità Montana, Tetracordo e la collaborazione di Piacenza Turismi e Libertà) e la reputazione di aristocratico dandy della musica che aureola Carlo Levi Minzi (direttore dell'Orchestra da Camera "Arcangelo Corelli", clavicembalista nelle Quattro Stagioni e soprattutto splendido pianista solista nella seconda parte), autorizzavano a sperar bene da un appuntamento che - complice un'acustica sorprendente - ha riservato grandi emozioni alle 300 persone che, per non perderlo, si sono arrampicate fino a Piani di Busseto.
Si fa presto a dire Le Quattro Stagioni: in realtà poche partiture sono oggetto per i loro esecutori contemporanei di grattacapi e tormenti quanto la problematicissima op.8 di Vivaldi. Ma la resa di questo capolavoro che è risuonata fra poggi e boschi in quel di Pecorara, è stata davvero avvincente. Merito della buona prova dell'Orchestra Corelli ma soprattutto della meravigliosa (in tutti i sensi) Jenny Lim, straordinaria violinista sudcoreana unanimemente riconosciuta come la più grande promessa concertistica del suo Paese. Protagonista di una grande carriera internazionale (ha debuttato giovanissima alla Carnegie Hall di New York), Jenny Lim ha fatto vibrare di vita autentica una partitura di cui conosce le pieghe più riposte, cavando suoni splendidi - specie nell'Inverno - dal suo prezioso "Niccolò Gagliano" del 1755. Ma il meglio è arrivato con la raffinata magia del pianismo sfoggiato da Levi Minzi nelle "Danze popolari rumene" di Béla Bartòk e soprattutto nel Concerto in La maggiore K414 di Mozart (parente meno noto, ma più bello, del "K415"): le frasi di pianoforte nell'Andante, in particolare, sono state tra le cose più belle ascoltate dal vivo in terra piacentina nel 2003.

Oliviero Marchesi

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