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Giovedì 24 Luglio 2003 - Libertà

Fo, un giullare nel castello

Inedita rivisitazione teatrale dei "Carmina Burana" domenica e martedì a Vigoleno. Tra canti goliardici e corali con la Toscanini

I Carmina Burana di Carl Orff, ovvero la partitura di musica corale più popolare del Novecento (nota a tutti, ma proprio a tutti, da quando il numero iniziale O Fortuna fu ripreso nella colonna sonora del film Excalibur), in un'inedita versione "teatrale" con coreografie, proiezioni e light-shows. E pure - incredibile "antipasto" a questa musica - Dario Fo, il più glorioso uomo di teatro italiano vivente, che metterà mano a due suoi esilaranti cavalli di battaglia in "grammelot".
Dopo il fortunatissimo allestimento del Macbeth di Verdi, lo splendido castello di Vigoleno torna a farsi teatro per il doppio spettacolo che domenica 27 alle 21.30 (con replica martedì 29) chiuderà la stagione lirica delle Terre Verdiane organizzata (a Vigoleno come a Villa Pallavicino di Busseto) dalla Fondazione Arturo Toscanini. Promosso dalla Toscanini col patrocinio di Ministero per i Beni Culturali e Regione e con la collaborazione della Provincia, del Comune di Vernasca, della Fondazione di Piacenza e Vigevano, di CariParma & Piacenza e della famiglia Facchetti (proprietaria del castello), questo spettacolo - che avrà un'anteprima a inviti sabato 26 alle 21.30 - unisce in sé due esibizioni di grande richiamo profondamente diverse tra loro.
Nella prima parte di ogni serata Dario Fo, il più divertente Premio Nobel per la letteratura noto agli annali dell'Accademia di Stoccolma, riproporrà due classici della sua comicità più travolgentemente "corporale" come La parpaja topola (dal Fabulazzo osceno, libera reinterpretazione dei Fabliaux provenzali) e Rosa fresca aulentissima (salace lettura "filologica", già tra i momenti alti di Mistero buffo, della celebre lirica duecentesca di Cielo d'Alcamo). Pubblicata nel 1936, la cantata Carmina Burana - che occuperà la seconda parte di ogni spettacolo - è la composizione cui il bavarese Carl Orff deve la sua fama.
In essa Orff mette in musica versi attinti al Codex Buranus, manoscritto che racchiude diversi canti goliardici dei "clerici vagantes", gli studenti che nei secoli XII e XIII si spostavano da una città universitaria all'altra.
Testi capitali del Medio Evo latino, i Carmina Burana, coi loro inni all'amore fisico e ai piaceri del vino, la loro mistica dei cicli della natura e le loro oscure, sotterranee inquietudini, ci recano la voce di un Medio Evo "pagano" e "terreno", la cui conoscenza è fondamentale per una comprensione autentica dell'Età di Mezzo. Questa edizione coprodotta dal Cìrculo Portuense de Ópera e dalla Fondazione Toscanini si vale della regia e delle scene di Mietta Corli e del direttore d'orchestra Massimiliano Caldi alla guida dell'Orchestra della Fondazione Toscanini con la partecipazione degli allievi del corso per professori d'orchestra.
Oltre al Coro del Cìrculo Portuense de Ópera (diretto da Palmira Troufa e Cristovao Luis) e del Coro di Voci Bianche Ars Canto Giuseppe Verdi, saranno di scena le voci soliste di Danielle de Niese (giovanissimo soprano australiano che da tre anni ha avviato una sensazionale carriera come attrazione fissa del Metropolitan di New York), del baritono Gabriele Viviani e del tenore Massimiliano Barbolini. Le coreografie sono di Marcelo Ferreira, i costumi di Manuela Bronze, le luci di Marco Filibeck.

Oliviero Marchesi

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