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Venerdì 29 Agosto 2003 - Libertà

Travo, il parco archeologico muove i primi passi

Unico nel suo genere per il Nord Italia. Fondi in arrivo: 500mila euro dalla Comunità Europea

Travo - Futuro parco archeologico di Sant'Andrea (Travo), l'indice è oggi rivolto alla definizione dell'area: dalla Soprintendenza di Parma, in tandem con l'Amministrazione comunale e con altri soggetti, è già venuta la stesura di un progetto preliminare per la copertura (a tetti spioventi) delle capanne neolitiche affiorate nel corso delle ultime campagne di scavi. "Un primo passo", ha sottolineato ieri la responsabile degli scavi travesi della Soprintendenza di Parma, Maria Bernabò Brea, in vista della realizzazione del parco. Attesi, fino a questo momento, i fondi necessari, stimati attorno ad un miliardo delle vecchie lire, per cui si era già fatto appello alla Comunità Europea. "Il nostro progetto lo scorso anno è stato ammesso con riserva ai finanziamenti" ha riferito ieri il sindaco di Travo Annibale Gazzola.
Durante il sopralluogo alla zona, a cui sono intervenuti l'assessore provinciale Vittorio Anelli e rappresentanti della Minerva, in collaborazione con la quale sono svolti gli scavi, il sindaco ha continuato: "Se la situazione dovesse sbloccarsi entro i primi mesi del 2004, tenuto conto anche dell'impegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, già il prossimo anno potrebbe essere l'occasione per gettare le fondamenta della struttura".
Il richiamo turistico esercitato dal futuro parco della Valtrebbia risulterebbe indiscutibile: perchè il sito travese, come anche le ultimissime ricerche hanno confermato, rimane unico nel suo genere almeno per il Nord Italia; strutture analoghe, solo di recente, hanno visto la luce a Piacenza (Le Mose) ed in Piemonte, ad Alba.
Esempi simili sono totalmente assenti, se considerato lo stesso periodo storico di attribuzione (il Neolitico recente) anche Oltralpe, da dove è arrivato a Travo, per il secondo anno consecutivo, un esperto internazionale, il professor Alain Beaching, insieme ad un team di ricercatori francesi. "Esistono molti punti di contatto tra la civiltà dei nostri luoghi e quella di Travo - ha riferito ieri lo studioso - ma il villaggio di Travo presenta caratteri sconosciuti rispetto ai ritrovamenti francesi, che lo rendono unico per tutto il Nord Italia. Tra l'altro - ha detto ancora Beaching - qui prevaleva una vita sedentaria, erano agricoltori, mentre da noi i soggetti erano erranti, dediti alla pastorizia".
Per la Bernabò Brea gli ultimi monitoraggi sul terreno avrebbero confermato, a Sant'Andrea, la giustapposizione di varie strutture succedutesi nel lungo arco di 500 anni (4300-3800 a.C.): "La nostra attenzione - ha detto la responsabile - è oggi diretta in particolare a dipanare la diacronia del sito, dove vivevano agricoltori e dove presumiamo l'esistenza di un forte senso comunitario, testimoniato dal ritrovamento di zone funzionali comuni, quelle con i focolari a ciotoli arroventati". Tra i reperti di maggior interesse affiorati nelle ultime settimane, una tazza ed una stele, trasferiti insieme all'intero materiale presso il Museo di Travo, dove verranno restaurati prima di essere esposti al pubblico.

Simona Segalini

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