Martedì 5 Agosto 2003 - Libertà
Con le coreografie di Sokolov
Si è concluso il Farnese Ballet Festival. Folla ad Agazzano per "Il Lago dei cigni"
Con Il Lago dei cigni si è chiuso domenica sera nell'affollatissima piazza Europa di Agazzano il Farnese Ballet Festival. La rassegna di danza, diretta da Paolo Bosisio, organizzata dalla Fondazione Arturo Toscanini, ha registrato in ognuno dei suoi 5 appuntamenti un buon successo di pubblico. Al Farnese (con il trittico Chopiniana, Carmen Suite e Bolero) e nell'unica tappa prevista in provincia, con gli oltre 700 spettatori di Agazzano, ha raggiunto il tutto esaurito.
Il pubblico piacentino ha dunque dimostrato un forte interesse per il balletto classico, del quale il cartellone proponeva alcuni dei più noti capolavori. Che poi, nella riduzione e rivisitazione operata dal coreografo Alexander Sokolov, direttore del Balletto Nazionale Ucraino dell'Opera di Dniepropetrovsk, (protagonista con l'Orchestra del Teatro d'Opera di Kharkov, diretta ad Agazzano da Vitaly Kutzenko, di tutti gli allestimenti, con l'unica eccezione della serata inaugurale), risultassero impoveriti rispetto alle versioni tradizionali e più famose, non sembra aver destato particolari perplessità negli spettatori.
Lo stesso Lago dei cigni non è stato presentato integralmente, come il programma poteva far supporre, ma in forma di suite. Oltre ai tagli operati qua e là, la mancanza quasi assoluta di scenografia ha ulteriormente pregiudicato la comprensione dello sviluppo della storia. Una vicenda di strani sortilegi, che trasformano dolci fanciulle in leggerissimi cigni per una maledizione che solo la purezza di cuore di un giovane principe può sconfiggere.
Un racconto di doppi: il cigno bianco Odette, buono, leggiadro, delicato, e il cigno nero Odile, volitivo, seducente, ingannatore. Opposti non solo per il colore del tutù, ma anche presumibilmente dissimili come personalità. Tratti del carattere che l'assoluta identità fisica creata dall'incantesimo del mago, capace di rendere sua figlia Odile perfettamente uguale all'Odette amata dal principe, non riesce a cancellare. Sfumature sulle quali l'interpretazione di Olga Doronina non si è soffermata. Dualismi da cui non sono immuni il principe Siegfried, al quale la madre impone di trovarsi una sposa per raggiunti limiti di età, e il crudele stregone Rothbart. Anche in questo caso c'è una contrapposizione evidenziata palesemente già dai costumi, bianco per il buono e nero per il malvagio, ma il loro essere due anime antitetiche diventava ancor più chiaro nel duello conclusivo, giocato sulla simmetria. Il male soccomberà nel lieto fine privilegiato da Sokolov, che si congeda da Agazzano tra i lunghi e calorosi applausi del pubblico. All'insegna della tradizione i costumi, con gli abiti del pas de six delle pretendenti particolarmente accurati.
An. Ans.