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Giovedì 30 Ottobre 2003 - Libertà

Il fondatore dell'Antroposofia

Una conferenza alla Fondazione. Steiner: la centralità culturale dell'uomo

I sempre più flagranti contrasti sociali, acuiti da imprevedibili sviluppi tecnologici, implicano
riflessioni radicali sull'incerta condizione contemporanea ma anche il recupero di altissime ed ancora significative lezioni filosofiche. Tra queste la complessa e vastissima opera di Rudolf Steiner (1861-1925), eclettico studioso austriaco cui la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha, martedì sera, dedicato l'interessante convegno "Introduzione alla Antroposofia. Il pensiero di Rudolf Steiner come contributo alla crescita dell'uomo, della donna, del bambino", relatore Stefano Pederiva, segretario della Società antroposofica italiana.
Come preliminarmente sottolineato da Pederiva da un lato soffocante ed incontrollato epos macchinista e, dall'altro, ricerca di libertà ed autosufficienza interiore oltre la manipolazione della coscienza hanno costretto il pensiero del XX secolo a mediare tra scienza e moralità, tecnicismo ed umanità. Steiner precocemente intuì la gravità della situazione, quella frattura di lì a poco rivelatasi incomponibile tra eccessiva scientificità con esasperata individualizzazione e materialità di corpo e natura fino a generare laceranti contraddizioni fra Io e Non-Io. Emancipandosi dalla teosofia - dottrina filosofico-religiosa d'area teutonica che perorava la possibilità di conoscere essenza naturale e divina attraverso indagini scientifiche e misticheggianti - Steiner rielaborò le posizioni del maggior esperto di teosofia, H. P. Blavatsky autore del controverso "Dottrina segreta", recepì non solo influssi orientali ma anche le suggestioni del discusso "Zarathustra" di Nietzsche fino a fondare (1913) la celeberrima "antroposofia", ambizioso movimento per cui l'universo è manifestazione divina in continua evoluzione, somma di incessanti trasformazioni e, per l'uomo, di drastiche reincarnazioni per ritrovare un'antica e mitica "saggezza", universalizzando lo spirito ed affidandosi al destino (karma).
La modernità di Steiner sta per Pederiva nel ridare all'uomo centralità culturale e responsabilità civili elevandolo, così, a riferimento del grandioso divenire storico e cosmico perché il processo conoscitivo non presuppone rivelazioni o illuminazioni ma, anzi, stimola l'uomo allo sperimentalismo, al "pensiero puro" teorizzato da Goethe, cioè la somma tradizione mitteleuropea parallelamente, per alcuni aspetti, a Schiller per cui la dimensione estetica interagiva con un vissuto intellettualmente oggettivabile per raggiungere consapevolezza etica e sociale.
Attivismo ed originalità di Steiner sono ancora oggi rintracciabili in diversi campi, medicina, socioterapia, agricoltura, soprattutto pedagogia, nelle scuole steineriane esistenti anche in Italia che per gli allievi prevedono percorsi formativi articolati in tre stadi (imitativo, immaginativo e razionale).

f.bian.

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