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Sabato 18 Ottobre 2003 - Libertà

La lunga storia del Teatro Verdi di Fiorenzuola

Al Ridotto presentato il volume di Cremonesi con un concerto degli allievi della Ratti

E' tornato ad essere la "casa della musica", il teatro Verdi di Fiorenzuola, che ieri - nella sala già recuperata del Ridotto - ha ospitato la presentazione del prestigioso volume "Il teatro Giuseppe Verdi di Fiorenzuola d'Arda", edito dalla Tep arti grafiche, scritto dal presidente della Pro Loco Giancarlo Cremonesi, anche grazie ad un generoso contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Un libro che celebra al meglio i 150 anni dall'inaugurazione del teatro comunale del capoluogo della Val d'Arda (allora parte del Ducato di Parma e Piacenza), avvenuta la sera dell'8 ottobre del 1853, con una grandiosa rappresentazione lirica dell'Attila verdiano. Quella di ieri è stata una presentazione speciale, arricchita non solo dal racconto dell'autore - Giancarlo Cremonesi introdotto dal professor Luigi Galli - ma anche dall'apprezzata esibizione degli allievi del corso di perfezionamento al canto lirico curato dalla soprano Eugenia Ratti nell'ambito della scuola di musica "Mangia", solo una delle associazioni che gli spazi restaurati dell'edificio ottocentesco ospitano durante l'anno. In prima fila, accanto alla Ratti, era presente ieri anche Glauco Cataldo, già direttore del Municipale di Piacenza, che a Fiorenzuola portò alcune memorabili rappresentazioni teatrali. E' lunghissima la vita del teatro Verdi, parte ancora prima della sua apertura: lo si vede bene nella cronaca documentata con cui Cremonesi apre le prime pagine del suo libro. Tante le discussioni che ci furono tra le autorità civili prima di decidere di investire sulla cultura.
"In fondo Fiorenzuola era un paese di soli 3000 abitanti - ha ricordato l'autore - che mancava ancora della scuola femminile e che non aveva le strade asfaltate". Eppure dopo un paio di decenni di indecisioni, si arrivarono ad aprire i lavori sulla base del progetto dell'architetto piacentino Gian Antonio Perrau. Nel foyer del Verdi, in occasione della pubblicazione del volume, sono state esposte anche le piante originali di quei progetti, insieme ai documenti tratti dall'archivio storico del Comune, e alle locandine delle opere rappresentate al Verdi dal 1853 fino al 1962, anno in cui il teatro fu dichiarato inagibile e cessò la sua attività. Oggi - hanno sottolineato il sindaco Flavio Antelmi e l'assessore alla cultura Laura Torricella - il teatro è tornato ad essere un vivace centro culturale, ad ospitare spettacoli, ed entro un anno anche la sala da 350 posti potrà tornare a splendere come un tempo. Intanto ieri al Verdi, è risuonata la musica lirica che già un tempo aveva animato le serate dei fiorenzuolani e dei melomani dei paesi limitrofi (quello di Fiorenzuola era uno dei pochi teatri in zona, insieme a quello di Piacenza e Busseto). Applauditissimi gli allievi della Ratti: la soprano Park Yean Kyounl in un'aria da "La rondine" di Puccini, e poi nel duetto insieme al tenore Kim Young Hoon del "Un dì felice starem" dalla "Traviata"; Song Eun Hen nell'esecuzione invece di "O cieli azzurri" dall'"Aida", e sempre in omaggio a Verdi, particolarmente gradita la sinfonia "La forza del destino", eseguita per solo pianoforte dal maestro concertatore e accompagnatore Roberto Sidoli. Arie celebri come corredo ideale per presentare un libro che - come ha sottolineato il professor Galli - "è avvincente e segno di una realtà sanguigna, con una valenza artistica ma anche antropologica che svela molto del carattere della gente piacentina e fiorenzuolana".

DONATA MENEGHELLI

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