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Martedì 7 Ottobre 2003 - Libertà

Aroldo, prove nel vivo

Municipale - L'opera di Verdi aprirà la stagione lirica con la regia di Pizzi. Armiliato fermato da una leggera bronchite

Nel ridotto e sul palcoscenico del Municipale proseguono le prove - a porte rigorosamente chiuse - per la nuova produzione che martedì 21 ottobre alle 20.30 (turno A di abbonamento) inaugurerà la stagione lirica: la prima organizzata dalla Fondazione Toscanini, la prima a svolgersi sotto il segno di Giuseppe Verdi. Parliamo del nuovo allestimento (che, dopo la "prima", sarà replicato giovedì 23 alle 20.30 per il turno B di abbonamento e domenica 26 alle 15.30 per una matinée pomeridiana fuori abbonamento) di un'opera di splendida partitura ma di rara esecuzione come Aroldo, che vedrà il direttore Pier Giorgio Morandi alla guida dell'Orchestra della Fondazione Toscanini e della compagnia di canto.
Quest'ultima schiera, nel ruolo del protagonista Aroldo (un cavaliere che, di ritorno dalla guerra, scopre l'adulterio della moglie Mina: la generosa rinuncia alla vendetta, l'offerta di sciogliere il matrimonio e il suo perdono finale saranno le tappe della sua vicenda amorosa e spirituale), un tenore di grande notorietà internazionale come Fabio Armiliato, già Manrico nel Trovatore andato in scena nel 2001 a Vigoleno. Messo temporaneamente alle corde da una fastidiosa bronchite, Armiliato è stato assente (giustificato) alle prove di questi giorni ma già oggi, forse, potrà unirsi alla compagnia. Di notevole levatura, almeno sulla carta, il resto del cast. A vestire i panni di Mina sarà il soprano spagnolo Angeles Blancas Gulin (sostituita nella replica di martedì 23 da Adriana Damato), da un decennio impegnata in una carriera internazionale salutata da un crescente successo di pubblico e di critica (l'attendono un Capriccio di Strauss a Torino e Pagliacci all'Opera di Roma, oltre a un Giulio Cesare a Barcellona, una Traviata a Madrid e La Straniera alla Carnegie Hall di New York). Il baritono Franco Vassallo (Egberto), ospite pressoché fisso delle recenti stagioni viennesi, il tenore Valter Borin (Godvino), il basso Enrico Giuseppe Iori (Briano), col tenore Antonio Feltracco e il mezzosoprano Miriam Artiaco nelle parti di Enrico ed Elena, completano una compagnia di canto di pregevole esperienza internazionale, integrata dall'impeccabile Coro del Municipale diretto da Corrado Casati. Artefice della mise en scène è uno dei maggiori maestri contemporanei della scena lirica: il grande regista, scenografo e costumista Pier Luigi Pizzi che, per questo allestimento, ha deciso di spostare l'ambientazione cronologica dal Duecento scozzese in cui il libretto di Francesco Maria Piave fissa lo svolgimento dell'azione a una metà '800 (le scene mostrano un interno borghese con busti marmorei e una biblioteca e un bianco cimitero britannico di gusto neoclassico) "contemporanea" agli anni in cui Verdì si appassionò a questa vicenda e lavorò a rivestirla di note. Si sa che questo progetto verdiano, tratto da un dramma di Emile Bourgeois, diede origine dapprima all'opera Stiffelio (1850) il cui protagonista era un pastore protestante: l'ambientazione contemporanea, il tema scabroso del divorzio, la figura strana e inquietante (per un Paese cattolico) di un "ministro di Dio" sposato, alienarono a Stiffelio la simpatia del pubblico e la benevolenza della censura: di quest'opera primitiva Aroldo (1857) fu un remake più posticcio nella trama ma più maturo nella musica.
Evocando il fantasma di Stiffelio, Pizzi intende scavare in profondità nella genesi drammaturgica di quest'opera. Per una curiosa coincidenza, Pier Giorgio Morandi, l'eccellente direttore allievo di Bernstein e Ozawa che firmerà l'esecuzione musicale di questo Aroldo aveva fatto altrettanto con lo Stiffelio andato in scena al Municipale tre stagioni fa.

Oliviero Marchesi

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