Domenica 28 Settembre 2003 - Libertà
Ultimo giorno
A Carovane le mappe della pace di Locatelli
Oggi alla Ricci Oddi congedo della kermesse che mette a fuoco i problemi del sud del mondo
Sottraendo o moltiplicando o ripetendo porzioni di immagini - quindi con minime operazioni matematiche -Ugo Locatelli raggiunge sintesi espressive formidabili nel trafiggere un'idea, un concetto, un giudizio, un sentire. Chi non abbia già dato un'occhiata alla mostra "Terra incognita" agganciata all'edizione 2003 di Carovane "Addio alle armi", può approfittarne oggi (giorno di congedo dell'esposizione) affacciandosi al giardino della Galleria Ricci Oddi di via San Siro 13 (ore 10-12, 15-18). Le opere di Locatelli - ecologista dello sguardo e autore di un linguaggio fotografico vivificante - cadenzano, come pietre miliari lungo la via del dolore civile, un'esposizione di fotografie generiche incentrate sulle tensioni politiche, sul clima umano che si instaura nei territori "caldi" del mondo: dai pugni alzati del partito Batasuna nei Paesi Baschi alle aree scalcinate della Palestina, con un toccante apice visivo nell'uomo pakistano che, solo, prega davanti ad una torrenziale cascata d'acqua. In posizione strategica i quattro lavori di Locatelli. C'è una mappa in bianco e nero del mondo ("l'etica smarrita"), atlante mutilato in cui sono state oscurate le aree in guerra, una mappa della pace ("l'orizzonte etico") con la curva del ciclo di vita quotidiano della luce attraverso i sette colori dello spettro. La mappa della memoria traccia una sequenza circolare (dimenticanza e attualità) di una macchia di sangue sul muro, via-via cancellata. Di grande efficacia le piccole sagome fustellate, tutte uguali, appese ad una griglia di metallo, che riprendono un'icona di Locatelli del '78: un uomo colpito in petto dalla scarica del fulmine (qui il potere?) sembra stramazzare disarticolato, il verde naturale del giardino sullo sfondo gli fa però da trampolino verso la vita.
Patrizia Soffientini