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Domenica 28 Settembre 2003 - Libertà

"Manforpeace" di Scepi alla Ricci Oddi

L'opera simbolica è l'ultimo acquisto della galleria d'arte moderna

Resterà allestita per una settimana nel salone della Ricci Oddi la mostra dedicata al prototipo "Manforpeace" di Franco Scepi, ultima acquisizione della Galleria d'arte moderna. Ieri mattina alla presentazione sono intervenuti Stefano Fugazza, direttore della "Ricci Oddi", Enrichetta Buchli, studiosa di comunicazione, l'autore Franco Scepi, Marzio Dallagiovanna e Cristiano Grandi, rispettivamente presidente e segretario generale della Fondazione Gorbachev che ha sede a Piacenza. L'istituzione promuove ogni anno a Roma il Summit dei Premi Nobel per la Pace, evento di cui la scultura "Manforpeace" è diventata il simbolo. Alla Ricci Oddi, il primo progetto, in bronzo patinato, campeggia al centro della sala. Il famoso busto umano, quasi un'anamorfosi in mattoni, dal cui capo esce non l'agguerrita Minerva degli antichi, ma una tranquilla e benaugurante colomba della pace, ha alle spalle il suo diretto ispiratore, il manifesto originale del 1979 disegnato da Scepi per il film di Wajda "L'uomo di marmo". Accanto, riproduzioni serigrafiche di quest'icona del nostro tempo, compresa l'inquietante "Manforwar", su un lugubre sfondo scuro, dove l'uomo ha gli occhi bendati e dalla testa emerge una spettrale colomba rinsecchita. Il ritratto di "Gorbachev senza Warhol" è un omaggio sia al padre della Perestrojka sia al capofila della Pop Art, con il quale Scepi condivise il nuovo concetto di "Over Ad'Art", per un'estetica della comunicazione di massa che non trascuri valori etici. Fugazza ha visto in "Manforpeace" un esempio di "arte che nasce dall'arte", perché un modello iconografico può essere capace di generare infinite varianti. Denso di riflessioni storico-filosofiche l'intervento di Enrichetta Buchli che, nella pubblicazione edita in occasione dell'acquisizione, narra le interessanti parentele wendersiane dell'opera di Scepi.

An. Ans.

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