Venerdì 5 Settembre 2003 - Libertà
Ovazioni per l'Ensemble Rossini
Valtidone Festival a San Nicolò. Frizzanti sonorità d'archi
Nel nome dell'Ensemble Rossini, il superbo poker di virtuosi dei Solisti Veneti che l'altra sera ha tenuto al Centro Culturale di San Nicolò un concerto che il paese ricorderà per anni, entrambe le parole sono importanti. "Ensemble" ricorda che (anche se i quattro sono ormai abituati a sentirsi chiamare "Quartetto Rossini") non siamo in presenza del tradizionale quartetto d'archi con due violini, viola e violoncello: la viola non c'è e al suo posto, accanto agli splendidi violini di Kazuki Sasaki e Glauco Bertagnin e al morbido e pastoso violoncello di Gianantonio Viero, troviamo il magnifico contrabbasso di Leonardo Colonna (che, abitando a Mamago di Rottofreno, giocava davvero in casa).
E l'intitolazione a Rossini è un omaggio al maestro che, con le sue Sonate a quattro ha composto il repertorio più importante per questo insolito organico; ma suona anche come una dichiarazione di affinità spirituale col compositore italiano che, più di tutti, ha saputo incarnare l'ideale bifronte della musica come puro piacere e come coltivata eleganza, il più irresistibile umorismo e la più composta gravità, il brio più mercuriale e la profondità di sentimenti e affetti ben celata sotto il panneggio neoclassico delle belle forme.
Penultimo appuntamento della memorabile edizione 2003 del Valtidone Festival (promosso dai Comuni della Valtidone e dalla Provincia con la Fondazione di Piacenza e Vigevano e organizzato da Tetracordo sotto la direzione artistica di Livio Bollani in collaborazione con Libertà), il concerto di San Nicolò è aperto da uno dei capolavori del Barocco più immediatamente coinvolgenti che si possano immaginare (la Sonata per due violini e basso continuo di Vivaldi con venti variazioni sul tema di La Follia) e prosegue con un manifesto della più frizzante scrittura violinistica del Settecento italiano (la Sonata in Re maggiore per due violini e continuo di Tartini) per poi giustificare in pieno la ragione sociale dell'Ensemble con una maiuscola esecuzione delle Sonate a quattro numeri 1, 2 e 3 di Rossini. Il pubblico - non è un'esagerazione - è in delirio: trascinato da applausi incessanti, l'Ensemble Rossini è "costretto" a ben quattro bis.
Nell'ordine: l'Allegro finale della Sonata a tre in Sol maggiore op. 5 n.1 di Pietro Locatelli, in una resa di vitalità e leggerezza ubriacanti; Viero e Colonna impegnati nell'irresistibile terzo movimento di un duo per violoncello e contrabbasso, fitto di effetti umoristici, composto dal solito Rossini a Londra nel 1824; gli incredibili violini di Sasaki e Bertagnin avvitati nell'abbraccio davvero fiammeggiante dell'Allegro con fuoco del Duo op. 57 n.3 di Auguste De Bériot; e ancora il Grave e l'Allegro della Sonata op. 1 n.3di Albinoni, puro pathos barocco in una lettura di indicibile bellezza. Gli spettatori, insaziabili, continuano a battere le mani ancora per un po'prima di rassegnarsi al fatto che un quinto bis non ci sarà. Ci vuole, ogni tanto, un concerto così.
(o. mar.)