Giovedì 27 Novembre 2003 - Libertà
Fondazione, oggi nuovo cda con la sorpresa Marazzi
L'industriale unica novità in vista al vertice. Ma dalle istituzioni soffiano venti di guerra
Giovedì scorso è decaduto il consiglio di amministrazione (cda) della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Si sono conclusi i tre anni di mandato per i sei consiglieri che, insieme al presidente Gian Carlo Mazzocchi hanno guidato l'ente di via Sant'Eufemia dal 21 novembre 2000, dopo il varo della riforma dello statuto. E per oggi, da quanto si è appreso, è in programma la seduta del consiglio generale della Fondazione (il "parlamentino" interno, composto di 25 membri e in carica per un altro anno ancora) chiamato a rinnovare il cda.
I componenti uscenti - Pietro Bragalini, espresso dal volontariato, Vittorio Cavanna, indicato dal Comune di Piacenza, Umberto Chiappini, designato dalla Diocesi di Piacenza e Bobbio, Attilio Ceresa, indicato dalla Camera di Commercio, Donatella Ronconi, designata dalla Provincia, Pietro Torielli, esponente della comunità vigevanese - possono, in base allo statuto, essere confermati per un secondo mandato.
E l'intenzione di Mazzocchi - cui spetta portare al voto del consiglio generale la lista con i consiglieri - sarebbe, secondo le indiscrezioni della vigilia, di "concedere il bis", confermando cioè, in buona sostanza, la "squadra" da lui guidata sin qui. Salvo qualche ritocco, ad esempio la sostituzione dell'esponente in quota Camera di Commercio. Si parla insistentemente, infatti, del possibile avvicendamento dell'imprenditore Ceresa con un altro imprenditore quale Giacomo Marazzi, amministratore delegato di Cementirossi, oggi seduto nel consiglio generale di via Sant'Eufemia (da cui eventualmente dovrebbe dimettersi per incompatibilità tra le due cariche).
Questa sembra l'unica novità nella lista che Mazzocchi si accinge a portare al voto. Ma non sono escluse sorprese dell'ultima ora. Pare, infatti, che rispetto a tre anni fa, quando la scelta dei nomi fu il frutto di intense consultazioni tra la Fondazione e gli enti (o categorie) rappresentativi del territorio che, nei fatti, esprimono i componenti del cda, stavolta Mazzocchi si sia mosso secondo una linea di grande autonomia. La qual cosa, seppur legittima, avrebbe creato più d'un mal di pancia nei piani alti di enti e istituzioni. Da annotare, in particolare, come lo scenario di riferimento sia cambiato soprattutto in Comune, dove tre anni fa, all'epoca del primo giro di nomine in via Sant'Eufemia, a governare e a fare le designazioni c'era un sindaco e una giunta diversi e di opposto colore politico. Comprensibile, dunque, che a Palazzo Mercanti, più che altrove, qualche ambizione di riuscire ad avere voce in capitolo nel rinnovo del cda della Fondazione (ente che amministra un patrimonio sui 400 milioni di euro) la nutrissero. E questo potrebbe anche rischiare di far filare meno liscia del previsto la seduta di oggi.
Gustavo Roccella