Martedì 25 Novembre 2003 - Libertà
Una mostra dedicata all'imprevedibile Bot
L'esposizione si apre sabato a Solaria Arte. Il catalogo curato da Stefano Fugazza
Una mostra e un catalogo dedicati ad Osvaldo Barbieri detto Bot, illustre artista piacentino. L'iniziativa è stata presentata ieri mattina a Palazzo Farnese. La mostra verrà inaugurata alla galleria Solaria Arte (Via Roma) sabato alle 18. Alla conferenza stampa erano presenti l'assessore alla cultura del Comune di Piacenza Stefano Pareti, la titolare della galleria Solaria Arte Leda Calza e il professor Stefano Fugazza che ha curato il catalogo della mostra.
L'assessore Stefano Pareti ha sottolineato l'importanza dell'evento artistico per conoscere in modo più approfondito la produzione artistica di questo pittore che presenta delle caratteristiche singolari dal punto di vista creativo. Sono state poi ricordate le esposizioni fatte a Piacenza: alla Filodrammatica nel 1951, a cui parteciparono giovani artisti come Armodio, Foppiani, Mosconi, Xerra e lo stesso Bot (che sosteneva con convinzione i colleghi che a lui si rivolgevano); in Sant'Agostino e per il centenario della nascita le mostre curate dalla galleria Braga con due importanti cataloghi.
Bot, secondo l'assessore Pareti, non ha avuto fortuna nella nostra città e non è stato apprezzato dalla critica perché amava sperimentare e proponeva un tipo di arte imprevedibile. Il Comune di Piacenza ha accettato di contribuire alla realizzazione del catalogo assieme alla Fondazione di Piacenza e Vigevano e alla Selta perché questa iniziativa, di cui Solaria Arte è l'organizzatrice assoluta, va ad approfondire le radici dell'arte piacentina.
Leda Calza ha pubblicamente ringraziato il collezionista che, avendo tenuto nascosto fino ad ora il patrimonio artistico di Bot in suo possesso, ha dato la possibilità alla gallerista di fare questa mostra inedita.
Stefano Fugazza ha ricordato la grande creatività del pittore e la sua versatilità che nel campo dell'arte piacentina ha anticipato tutto. Secondo Fugazza, questa mostra raccoglie diverso materiale (acquerelli, chine, monotipi, xilografie) ed è importante considerare attentamente l'aspetto grafico che dimostra tutta la modernità del Bot. I disegni dell'artista traducono le sue idee e spesso sono appunti visivi, immagini che hanno bisogno di essere bloccate sulla carta. Bot ha attraversato tutti i linguaggi con libertà espressiva ed è fondamentale la sua capacità di saper affrontare tutte le tecniche: questo significa per un pittore dimostrare la propria libertà.
Sulla figura di Bot come artista - ha sostenuto Fugazza - c'è ancora molto da dire e da studiare per precisare la sua opera non solo a livello locale ma anche nazionale. Bot - ha affermato ancora Fugazza - era vitale come creatore e sensibile ai cambiamenti della storia; ebbe un vita difficile anche a causa delle incomprensioni che si diffusero attorno alla sua figura: la sua arte non fu capita dai collezionisti. Solo dopo la sua morte è stato rivalutato come artista.
ELENA GAVAZZI