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Domenica 16 Novembre 2003 - Libertà

Il mondo visto dal Giappone

Presentato alla Fondazione l'ultimo libro di Vittorio Volpi, presidente di UBS-Italia. Un testo che aiuta a capire incertezze e difficoltà da cui anche l'Italia non è immune. Ventuno proposte per un cambiamento concreto

Un libro che racconta il Giappone di oggi, ma aiuta anche a capire il mondo, visto da quell'osservatorio speciale che è la metropoli di Tokyo. Un libro prezioso per chi è in procinto di avvicinarsi all'odierna civiltà nipponica, a noi lontana geograficamente e culturalmente. Un libro che può aiutare a capire difficoltà di rotta ed incertezze, dalle quali non è immune neppure la società italiana. Venerdì sera la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha ospitato, in collaborazione con Libertà, la presentazione di "Giappone L'identità perduta", l'ultimo libro che Vittorio Volpi, attualmente regional manager per l'Italia del colosso bancario svizzero UBS, ha voluto dedicare alla sua seconda patria. Nel Paese del Sol Levante ha infatti vissuto per trent'anni, maturando una visione attenta e curiosa di vari fenomeni, non limitata alle analisi economiche, come ci si potrebbe aspettare dal profilo professionale dell'autore. Non a caso, il volume cui sta ora lavorando è incentrato sulla figura di Alessandro Valignano (1539-1606), missionario gesuita in Giappone, i cui scritti fino al 1880-90 furono gli strumenti principali per conoscere in Occidente quelle terre remote ed isolate. A portare i saluti della Fondazione è intervenuto Alessandro Lunati, in rappresentanza del presidente Giancarlo Mazzocchi, impossibilitato a partecipare per motivi di salute. Volpi ha ricordato di dovere in primis a Mazzocchi, allora docente all'Università Cattolica di Milano, il suo legame con Piacenza. Infatti, fu suo relatore nella tesi di laurea in Economia e Commercio, primo traguardo di una brillante carriera internazionale. Intervistato dal direttore di Libertà, Gaetano Rizzuto, il presidente di UBS-Italia ha spiegato di considerare l'economia espressione della cultura sottostante. Per cui Volpi non attribuisce la lunga spirale deflazionistica che ha negativamente caratterizzato gli anni '90 in Giappone al solo prevedibile scoppio della "bolla" finanziaria. La crisi sarebbe piuttosto il riflesso di problemi sottostanti ben più complessi. Volpi ha ripercorso le tappe frenetiche del meccanismo di crescita della nazione asiatica dal dopoguerra, sottolineando quanto il paese avesse trascurato in quel periodo aspetti importanti della società. Nella sua prima pubblicazione sul Giappone, edita nel 1988, l'autore rifletteva sulla difficoltà di interpretare i meccanismi in atto, tra i quali il problema principale era individuato nello sfascio della famiglia, dove i padri erano totalmente assenti, perché assorbiti dal lavoro e tre generazioni non convivevano più sotto lo stesso tetto: "Nell'ansia di migliorare continuamente il sistema industriale, si era perso di vista il valore della vita". Nel secondo libro, uscito nel 1993, Volpi evidenziava "l'atteggiamento non ostile del paese asiatico nei confronti dell'Occidente", il quale sostanzialmente continua ad ignorare quell'importante realtà. Infatti, se in Europa oggi vivono 300mila giapponesi, gli europei trasferitisi in Estremo Oriente sono "quattro gatti", con un conseguente "notevole divario di conoscenze tra noi e loro". La terza fatica editoriale mette dunque a disposizione molte informazioni sulla società nipponica, ma si rivolge agli stessi giapponesi suggerendo loro ventun proposte, come stimoli ad un cambiamento concreto a livello individuale e generale per uscire dalla crisi ancora in atto. Tra i problemi evidenziati, la riforma del sistema scolastico e la trasparenza nei rapporti tra Stato e cittadini.

ANNA ANSELMI

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