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Sabato 8 Novembre 2003 - Libertà

Perinetti torna dopo un lungo oblio

Oggi alle 18 nelle sale degli Amici dell'Arte s'inaugura la mostra antologica dedicata all'artista piacentino. Conosciuto come l'eterno rivale di Francesco Ghittoni, si cimentò con tutti i generi: dal ritratto al paesaggio. Uno dei protagonisti della scena artistica tra Otto e Novecento

Una mostra antologica ricostruisce la lunga stagione pittorica di Emilio Perinetti, uno dei protagonisti dell'ambito artistico piacentino tra Otto e Novecento. Oggi alle 17 nelle sale dell'Associazione Amici dell'Arte (via San Siro, 13), durante l'inaugurazione, verrà presentato anche il catalogo-monografia, (pubblicato con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ha cooperato all'allestimento della mostra), nel quale Ferdinando Arisi racconta il perché di un lungo oblio.
Gli Amici dell'Arte da tempo erano alla ricerca di una vicenda di grande interesse da presentare alla città. Un avvenimento che fosse "un evento". "Qualcosa di importante che era difficile da trovare, anche perché - spiega il presidente Lino Gallarati - le disponibilità finanziarie della nostra Associazione sono sempre striminzite". Curiosando tra vecchie carte, è tornato alla mente Emilio Perinetti, venuto alla luce a Piacenza il 13 febbraio 1852, di cui dunque lo scorso anno ricorreva il 150° anniversario della nascita. Per un curioso caso del destino a lungo questa data fu confusa con il 1853, anche nei registri anagrafici di Castell'Arquato, dove il pittore si trasferì dal 1920 circa fino alla morte, avvenuta 16 anni dopo. Da qui l'idea della mostra.
Il catalogo di Arisi comprende dettagliate note biografiche e la bibliografia, che parte dal primo articolo del 1874 nel quale è citato un quadro di Perinetti, fino all'ultima edizione della Guida alla Ricci Oddi del 2003. Nella serie di testi, spesso Perinetti è solo ricordato quasi di sfuggita, a parte i saggi di Arisi raccolti in "Altre cose piacentine di arte e storia" (1987), dove era ricordata la figura del mecenate conte Francesco Caracciolo e si affiancava Perinetti al suo grande antagonista Francesco Ghittoni.
"Emilio Perinetti rivale di Francesco Ghittoni" è anche il titolo dell'intervento di Arisi nel catalogo. Ghittoni era in realtà più giovane di tre anni rispetto a Perinetti, ma fin dalle aule dell'Istituto Gazzola i due pittori si erano trovati fianco a fianco, confrontati più volte dal loro stesso maestro, Bernardino Pollinari, che vedeva doti non comuni in entrambi, ma considerava comunque superiore Ghittoni. Un giudizio confermato dalla storia, ma Arisi mostrando uno accanto all'altro disegni tratti da medesimi soggetti ("Capraio" e "Studio scolastico") e, soprattutto, i quadri "Monello montanaro" (noto anche come "La via del vizio") di Perinetti e "Giovane studioso" di Ghittoni, evidenzia quante qualità fossero presenti anche nel più anziano.
Alla Galleria Ricci Oddi entrò prima il piccolo, freschissimo olio "Lavandaie" del Perinetti, rispetto ad opere di Ghittoni, secondo alcuni non per meriti artistici, ma per le migliori conoscenze sociali del primo. Malignità alle quali Arisi non crede, ma resta il fatto che i due vissero in ambienti diversi (figlio di un parrucchiere dell'attuale via Garibaldi il Perinetti, che poteva così contare su clienti del padre come committenti e allievi; figlio di un fabbro di campagna il Ghittoni) ed ebbero una fortuna diversa tra i contemporanei.
A questo destino non fu estranea, secondo il critico, la tristezza che velava i quadri di Ghittoni, "torturando le coscienze" degli spettatori, e, dal punto di vista stilistico, la sua capacità di sintesi, allora non sempre apprezzata. Perinetti, come documenta l'esposizione, si cimentò con tutti i generi, dal ritratto alla natura morta, dalle scene di costume (oggi interessanti testimonianza del folclore locale) agli avvenimenti storici, dai paesaggi ai temi religiosi. La mostra sarà visitabile (ad ingresso libero), fino a giovedì 4 dicembre, giorno di presentazione ai soci della Strenna Piacentina, tra i momenti culturali più importanti della vita del sodalizio.

ANNA ANSELMI

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