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Venerdì 7 Novembre 2003 - Libertà

"Tornerà a correre la network economy"

Presentata la quarta edizione del Mine, il master sulle nuove tecnologie. Diminuisce però il numero di iscritti. Ferrari: bisogna crederci, il domani abita qui

Luci ed ombre per la quarta edizione del Mine, il prestigioso master in "network economy" presentato ieri all'Università Cattolica. Quest'anno sono scesi a dodici i partecipanti ammessi (vd. sotto le schede) su una cinquantina di domande: un ventaglio multicolore di provenienze internazionali, dal Marocco al Vietnam, con un solo italiano, erano otto inizialmente, e un solo "piacentino" (studente eritreo che lavora da tre anni alla Cattolica). Il Mine pare risentire della fase di ribasso che sta vivendo la network economy. "Speravo di essere più solido, di avere un numero sufficiente di domande di qualità fra cui scegliere, invece qualche difficoltà la sentiamo - ammette Domenico Ferrari, "padre" del master - anche il gruppo di italiani era più numeroso poi c'è chi ha dato forfait, magari per non lasciare un lavoro".
Ma Ferrari è ottimista e avverte: "Si fanno calcoli sbagliati oggi, le aziende hanno e avranno molto bisogno di queste figure professionali, gli sbocchi sono tantissimi. La network economy non è defunta, ha un futuro radioso, ci vorrà sempre più gente che sappia usare gli strumenti della nuova economia".
A parte queste "curve" stagionali, la cerimonia di ieri - la presentazione dei nuovi studenti e la consegna dei diplomi a chi ha completato il corso -
ha conservato quelle caratteristiche di altro profilo scientifico che fanno del Mine uno dei più convincenti "fiori all'occhiello" della formazione superiore piacentina.
Iniziativa d'"avanguardia", ha sottolineato Libero Ranelli, direttore di Sede della Cattolica, ricordando come i ragazzi usciti dal Mine si siano tutti inseriti nel mondo del lavoro, talvolta anche rivelando una straordinaria dose di versatilità ("un nostro studente oggi fa il sassofonista" racconta Ferrari). Marco Vivarelli (Facoltà di Economia) ha spiegato il progetto governativo di far rientrare i "cervelli" in Italia per tornare a "competere" attraverso centri d'eccellenza sull'alta tecnologia e il Mine ambisce ad inserirsi in questo quadro formativo.
A tingere di giallo il mondo nelle nuove tecnologie ci ha pensato il tenente colonnello della Guardia di Finanza Umberto Rapetto, con un'esperienza investigativa straordinaria sui crimini informatici e sulla divulgazione di questi temi, al punto da aggiudicarsi la prima edizione del premio Mine su "Il progresso della società dell'Informazione", istituito dal consiglio docenti del master per il contributo nel diffondere e far conoscere i benefici di simili discipline. Se Rapetto ha svelato le nuove frontiere per accedere a certe informazioni riservate in rete e come si contrasta il fenomeno, il vice-sindaco Anna Maria Fellegara ha voluto invece semplicemente mettere l'accento su uno degli scopi ultimi delle reti immateriali: "aumentare la possibilità degli uomini di essere felici".
Il master of Mine Programm - nato in collaborazione con l'università della California - si presenta quest'anno come master universitario di primo livello: i dodici studenti ammessi hanno un'età media di 28 anni, la presenza femminile è pari al 15 per cento, le provenienze toccano tutti gli angoli del mondo, così come accade per i diplomati. I finanziamenti del corso sono donati dalla Fondazione Piacenza e Vigevano e Fondazione Cariplo.
I DIPLOMATI: Ecco chi ha completato il percorso: Simon Agger (Usa), Ligija Arsova (MacedoniA), Irina Jalba (Romania), Paolo Magni (Italia), Andrea Mills (Italia), Celestine Mumukom (Camerun), Marta Rosso (Italia), Hasan Syed (Pakistan), Dimitri Tartari (Italia), Fikru Yifter (Etiopia), Richard Prévot (Francia-Canada).

Patrizia Soffientini

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