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Mercoledì 5 Novembre 2003 - Libertà

"Libertà" e giornali studenteschi: consigli per un pieno successo

La riflessione

Ho letto con molto interesse su "Libertà" del 1° novembre la notizia relativa ad una nuova collaborazione tra il giornale, la Cassa di Risparmio e i giornali studenteschi delle Superiori. Mi permetto di chiedere un po'di spazio per alcune osservazioni in quanto nel mio passato di insegnante ho riservato non poche energie a questo problema: a metà degli anni Ottanta con Giancarlo Schinardi sono stato tra i promotori di questa nuova fase del giornalismo studentesco nelle Superiori e all'argomento ho dedicato anche alcune pubblicazioni: "Il Giornale d'Istituto "(prima edizione nel 1991 con la "Cassa", seconda edizione nel 1995 con la Fondazione) e "Giovani e informazione" (Cassa di Risparmio, 1992). Mi scuso per l'autocitazione, ma lo faccio unicamente per presentarmi al lettore.
Ciò premesso vengo alle precisazioni:
1) L'iniziativa che "Libertà" sta varando con la Cassa di Risparmio mi sembra molto importante sia per le competenze messe in campo sia per le conseguenze che avrà, visto che viene coinvolta anche l'opinione pubblica. "Libertà" e la "Cassa" nel passato avevano già sperimentato una collaborazione del genere, ma quella annunciata mi sembra, per molti aspetti, innovativa, anche perché più organica. A questo proposito è bene che tutti i protagonisti tengano presente di avviare un capitolo di una storia che viene da lontano come appare molto bene dal libro di Barbara Sartori: "Il giornalismo studentesco. Analisi di una proposta didattica nata a Piacenza". Fondazione, 2000). Il mio consiglio è, quindi, che vi sia continuità con le esperienze già fatte.
2) L'iniziativa è stata battezzata "scuola di giornalismo" ed interverranno professionisti della comunicazione. Questo è molto positivo, ma non mancano i rischi. L'augurio è che tutti, come ha dichiarato la signora Donatella Ronconi a "Telelibertà", si impegnino a formare lettori e non giornalisti. In altre parole i ragazzi - ovviamente se si vuole restare nella continuità con quanto è stato fatto finora in tutti gli istituti piacentini - devono avvalersi dell'aiuto dei redattori di "Libertà" per entrare nei meccanismi della comunicazione per capirla, per diventare lettori in grado di esercitare con la dovuta preparazione il proprio diritto di critica. Questo comporta che l'iniziativa resti profondamente didattica e pertanto accanto ai giornalisti un ruolo importante dovrà essere svolto dagli insegnanti. Se la scuola dovesse delegare a "Libertà" questa iniziativa, solo perché il quotidiano è in grado di mettere in campo competenze d'alto livello, sarebbe un grave errore di metodo.
3) Ne deriva che il modello di giornale, anche se andrà sulle pagine di "Libertà", dovrà essere sempre un "giornale d'istituto". Ogni Testata studentesca dovrà mantenere la propria identità e non dovrà avere come modello le pagine del Quotidiano. In altre parole i giornalisti dovranno intervenire non tanto sul progetto editoriale, che dovrà essere della scuola (di ogni singola scuola), ma sulle tecniche della comunicazione. Il lettore che, nei prossimi mesi, leggerà i vari giornali scolastici dovrà, attraverso questa iniziativa, avere la possibilità di conoscere meglio la vita interna delle singole scuole; da parte loro gli studenti dovranno restare tali, pur avvalendosi dell'apporto tecnico che verrà dai redattori di "Libertà".
4) Tra i vantaggi di questa iniziativa vi è il coinvolgimento dell'opinione pubblica. Il lettore di "Libertà" avrà la possibilità di entrare nelle scuole piacentine attraverso la voce giornalistica degli stessi studenti. Tutto questo, però, presuppone che ogni attore (giornale, studenti, lettori) si limiti a fare la propria parte e non ceda a tentazioni che certamente ci saranno: ogni istituto riuscirà a restare se stesso nonostante la tribuna a disposizione sia molto più importante di prima? gli studenti sapranno mantenere la loro identità? I lettori sapranno restare nel loro ruolo o faranno come in molti consigli di classe degli anni Ottanta dove gli insegnanti volevano fare i genitori ed i genitori ovviamente gli insegnanti?
5) La materia è molto delicata e stimolante e richiederebbe più spazio, ma so che nei giornali si insegna la concisione e mi fermo sottolineando ancora una volta che l'occasione è importante, certamente quanto detto è noto a tutti, ma si tratta di regole più facili da dire che da rispettare. Per questo, con molta umiltà, mi sono sentito in dovere di richiamarle come vecchio insegnante che si è impegnato in modo convinto nel giornalismo studentesco e che nella scuola ha lasciato un pezzo importante di sé.

Fausto Fiorentini

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