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Sabato 1 Novembre 2003 - Libertà

"Ragazzi, fate correre le idee"

Piacenza produce innovazione. Terza edizione del concorso per favorire cultura di impresa. Cogni: oggi vince chi riesce a qualificare prodotti o servizi

Si riaccendono i motori di "Piacenza Produce Innovazione", il concorso ideato da Assoindustria, Camera di Commercio e Fondazione. L'iniziativa è diretta ai giovani con meno di 35 anni, diplomati o laureati, che abbiano idee imprenditoriali da proporre. La terza edizione verrà presentata nel dettaglio il 4 novembre in Associazione Industriali. Ad Antonio Cogni, ideatore del concorso, abbiamo chiesto di anticiparci alcuni temi.
Riparte il concorso sulle idee imprenditoriali dei giovani, qualche novità nella formula? "La formula è la stessa: è un concorso che premia le idee imprenditoriali innovative in ogni comparto economico, sia in termini di prodotto e di servizio che in termini di organizzazione o di marketing. Possono parteciparvi giovani piacentini o giovani che abbiano studiato a Piacenza e che non abbiano più di 35 anni. Cosa importante: sono previsti due brevi seminari di una giornata l'uno presso il Politecnico di Piacenza e l'Università Cattolica per approfondire cosa è importante per sviluppare l'idea innovativa, attraverso analisi di mercato, verifica della redditività, protezione delle idee ed altro ancora. Una bella opportunità per chi ha un'idea e vuole metterla a punto". Nelle precedenti edizioni sono state portate alla ribalta tante idee, qualcuna è andata in porto, che bilancio vi sentite di fare sui risultati ottenuti? Quali le difficoltà maggiori che i giovani incontrano nella fase realizzativa? "Complessivamente nei due anni del concorso hanno partecipato 180 giovani presentando 116 progetti, molti dei quali di assoluta qualità. Inoltre tre brevetti sono stati depositati, due nuove aziende sono state create, una terza potrebbe partire a breve, alcuni hanno ottenuto fondi per l'imprenditoria presso Spinner, altri hanno in corso contatti con enti interessati ad avviare sperimentazioni. Bilancio assolutamente positivo, quindi, con i giovani piacentini, che hanno reagito alla grande ai nostri stimoli. L'obbiettivo di creare vivacità nell'ambiente giovani-università, abituandoli alla cultura dell'impresa, è centrato. Il concorso è inoltre risultato una bella esperienza formativa per i partecipanti, sia in termini di conoscenze acquisite sia in termini di mentalità. Certo, un conto è mettere a punto il progetto imprenditoriale partendo da un'idea, un altro è realizzarlo iniziando un'attività imprenditoriale: è questo il passaggio più difficoltoso. La nostra attività di supporto continua anche oggi con incontri, suggerimenti ed è nostra intenzione potenziare e migliorare ulteriormente questa fase di aiuto allo start-up". La situazione economica è stagnante, quale peso può avere l'innovazione nell'attuale quadro congiunturale? "E'opinione diffusa e condivisa che l'innovazione sia ingrediente necessario nella ricetta di impresa competitiva; credo che stia diventando addirittura fondamentale. Il Manifesto dell'Innovazione presentato allo Smau indica nell'innovazione da business e di prodotto il reale salto di qualità competitivo. Credo che la voglia di inventare, di mettere a punto un'idea, di trasformare in ricerca applicata un'intuizione sia la strada vincente per mettere sul mercato prodotti capaci di denotarsi, stando fuori dalla concorrenza solo legata a prezzi e costi. In particolare oggi è vincente chi riesce a qualificare il prodotto o il servizio, quando sistemi-paese come la Cina, indifferenti alle problematiche sociali e ambientali, riescono a produrre a prezzi stracciati, magari copiandoli, beni standardizzati e facilmente replicabili". Qual è, a suo giudizio, l'innovazione che può calzare meglio alla realtà piacentina? "Economicamente Piacenza è trasformazione agricola, materiale per l'edilizia, meccanica, raccorderia, robotica, trasporti: sono tanti i settori dove l'innovazione può trovare applicazione. Provocatoriamente rispondo che l'innovazione che meglio calzerebbe alla nostra realtà è di mentalità e di pensiero: smettere di rifugiarsi nel mito del buon vivere pensando a gestire ciò che si ha, reagendo invece con vitalità, idee e progetti. Una delle anime del concorso è anche questa: seminiamo cultura d'impresa, voglia di intraprendere, di mettersi in gioco, cercare di essere soggetti attivi e propositivi. Siamo convinti che la semina possa solo far bene e che, con perseveranza e fortuna, il seme potrà germogliare". Si sente di dare qualche consiglio ai giovani che potrebbero cimentarsi in questa nuova edizione del concorso? "Far correre la fantasia e cogliere con entusiasmo questa bella opportunità. Noi cercheremo di valorizzare la loro creatività e competenza aiutandoli a perfezionare e sviluppare l'idea con un percorso formativo breve ma efficace. Possono partecipare anche solo per gioco o per cercare di vincere uno dei premi, ma se lo vorranno saranno aiutati a far nascere la loro iniziativa imprenditoriale e supportati a svilupparla. Perché non provare a pensare che oltre a "cercare il lavoro" si può anche "crearsi un lavoro"? Mi piace ricordare quanto affermato da Polegato, inventore della scarpa che respira Geox, e testimonial all'ultima premiazione del nostro concorso:"Un'idea vale più di una fabbrica! E se l'idea è utile i finanziamenti si trovano".

pat.sof.

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