Domenica 7 Dicembre 2003 - Libertà
In Sant'Antonino il moderno a braccetto col classico
A chiusura della "Settimana organistica" belle esecuzioni per solisti, Ofi e Coro Farnesiano
Concerto all'insegna delle ricorrenze, quello dell'altra sera nella basilica di Sant'Antonino. La Serata Fondazione, evento conclusivo dell'edizione 2003 della Settimana Organistica Internazionale, curata da Claudio Saltarelli col Ciampi, aveva infatti più di un anniversario da celebrare: anzitutto le rassegne organistiche che il Gruppo - prossimo a festeggiare a sua volta il mezzo secolo di attività - propone a Piacenza da ben 50 anni. Correva poi quest'anno il 17° secolo dal martirio di Sant'Antonino, patrono della città; e infine si ricordava, a 30 anni dalla scomparsa, il compositore veneziano Gian Francesco Malipiero, del quale è stato proposto un brano. Un concerto quindi con il quale si è voluto anche dare il meritato riconoscimento alle diverse realtà che da tanti anni contribuiscono allo sviluppo culturale della città. Ha aperto la serata proprio la composizione di Malipiero, L'arca di Noé per quartetto d'archi, interpretato dai solisti dell'Orchestra Filarmonica Italiana: Cesare Carretta (primo violino), Antonio De Lorenzi (violino secondo) Luca Serpini (viola) e Marcello Rosa (violoncello). Un brano raffinato, dal carattere descrittivo, che ha evocato negli ascoltatori stati d'animo differenti, dominati da una costante vena malinconica. Pregevole in particolare l'Allegro conclusivo, con "pedali" affidati sia a strumenti gravi sia - inusitatamente rispetto a composizioni classiche - a parti alte e incisi ripetuti. L'opera ha chiamato il pubblico ad un ascolto impegnativo, facilitato peraltro dalla bravura degli interpreti. Altrettanto impegnativa la composizione successiva, Nostra Signora degli insonni per soprano e orchestra d'archi, realizzata da Carlo Galante, uno dei più eseguiti tra i compositori italiani contemporanei. Paola Quagliata, soprano diplomata al "Nicolini" è stata davvero una scelta ben azzeccata dagli organizzatori: la sua voce duttile e leggera ha conferito la giusta drammaticità richiesta dai sette Notturni che compongono il brano. Intenso e delicato allo stesso tempo il quarto Notturno, brano molto bello così come il penultimo, vivace e ritmato. Dopo modernità e contemporaneità, un'incursione nel Settecento: il Gruppo Ciampi, organizzatore della serata, ha proposto la Missa Solemnis per quattro voci con strumenti, composta nel 1758 da Ciampi, musicista piacentino da cui il gruppo prende nome, eseguita dal soprano Paola Quagliata, dal mezzosoprano Annamaria Chiuri, dal tenore Luca Dordolo, dal basso Stefano Rinaldi Miliani (chiamato a sostituire nella parte l'indisposto Marco Calastra), dall'Ofi diretta da Camillo Mozzoni, con Anna Sorrento al cembalo e dal Coro Polifonico Farnesiano diretto da Mario Pigazzini. Ottima la prova di solisti, coro e orchestra, che dopo le acrobazie atonali della prima parte hanno riportato l'uditorio a sonorità più tradizionali con un brano brillantemente eseguito, dal quale sono emersi -fin dall'inizio con l'introduzione strumentale - caratteri di piacevole scorrevolezza, quasi operistici, per i quali Ciampi fu famoso per l'epoca. Un musicista che la storia annovera come "minore" rispetto a figure di maggior rilievo del periodo (e giustamente, si pensi a un Haydn o a un Mozart) ma che fu comunque un ottimo professionista e al quale la prassi esecutiva dovrebbe prestare maggiore attenzione. Finale tra gli applausi e appuntamento ai prossimi concerti organizzati dal gruppo Ciampi.
Mauro Bardelli