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Venerdì 5 Dicembre 2003 - Libertà

In prima fila contro le leucemie

In questi giorni negli Usa anche uno studio del medico Vallisa. A Piacenza 90 casi all'anno. Un progetto dell'équipe di Cavanna sulle cellule staminali

Ogni anno a Piacenza si ammalano di leucemia e di altri tumori del sangue 80-90 nuove persone. Un dato che si registra in crescita in tutti i Paesi occidentali. Alla battaglia contro la malattia Piacenza partecipa in prima fila: con i volontari sulle piazze che anche quest'anno offrono le loro stelle di Natale per la ricerca e col reparto ospedaliero cittadino, dove i farmaci "intelligenti", in grado di colpire direttamente le alterazioni molecolari correlate alla leucemia, sono già una realtà, dopo la sperimentazione avviata nel 1998. E, dal fronte piacentino dei trapianti di midollo osseo, partirà oggi un avveniristico progetto di ricerca sulle cellule staminali, che vedrà impegnati in tandem il reparto diretto da Luigi Cavanna con la sua equipe e l'Istituto di Biologia dell'Università di Pavia: parola d'ordine, leggere in maniera sempre più approfondita dentro le cellule staminali per aprire nuove strade di cura. Sempre da parte del reparto ospedaliero, è in corso di presentazione in queste ore negli Stati Uniti uno studio condotto a Piacenza sulla cura biologica ai linfomi, sostitutiva della chemioterapia.
Ottanta-novanta, si diceva, i nuovi casi registrati ogni anno a Piacenza di gravi malattie del sangue, tra cui rientrano leucemie (20-25 casi mediamente rilevati), linfomi (45-50) e mielomi (10-15); complessivamente, il panorama generale che riunisce anche i pazienti già in trattamento assomma diverse centinaia di persone. Determinante, a livello locale, la carta giocata in favore della ricerca, che, per il reparto di oncologia medica e oncoematologia diretto da Cavanna si è concretizzata - e continuerà a farlo per il futuro - nella partecipazione ai gruppi cooperatori italiani ed europei impegnati nella sperimentazione di nuovi farmaci, che riuniscono diversi centri di cura. "Negli anni 1998-99 - spiega il primario piacentino, Luigi Cavanna - abbiamo iniziato la sperimentazione di un farmaco cosiddetto "intelligente", che colpisce in maniera selettiva l'alterazione molecolare. E per il sottogruppo dalle leucemie mieloidi - evidenzia il medico - i risultati che abbiamo ottenuto sono anche migliori di quelli forniti dal trapianto".
A quattro anni dal primo trapianto a Piacenza di midollo osseo, avvenuto nel novembre 1999, siamo attualmente a quota 56, di cui 53 di tipo autologo e 3 allogenico, impiegati sia nel campo di leucemie e linfomi che in quello di alcuni tumori solidi. Avrà lo sguardo rivolto a questo ambito di terapia il progetto di ricerca ai nastri di partenza che mette insieme il reparto ospedaliero piacentino e l'Istituto di Biologia dell'Università di Pavia, progetto finanziato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Sotto la lente dei microscopi, le cellule staminali di pazienti e di donatori. "Verranno prelevati - anticipa Cavanna - campioni di staminali di cui si intende andare ad approfondire tutti i parametri genetici e quelli correlati con la risposta al trattamento stesso del trapianto". Si tenterà una lettura sempre più approfondita delle "mappe" cellulari per aprire nuovi orizzonti delle cure messe in campo. Sempre da Piacenza è partita per gli Stati Uniti la ricerca, compiuta nel reparto ospedaliero dal medico Daniele Vallisa, su una nuova cura biologica (e non chemioterapica) dei linfomi. Lo studio (sostenuto dalla Fondazione) sarà presentato nell'ambito del congresso della Società americana di ematologia attualmente in corso.

Simona Segalini

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