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Venerdì 5 Dicembre 2003 - Libertà

Ghezzi, alchimista delle immagini

Testimoni del tempo - Ieri sera l'incontro all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Da vent'anni creatore per Rai3 di programmi come Blob, Schegge e Fuori Orario. "Quello che faccio lo faccio in assoluta autonomia"

E' difficile dare una definizione di Enrico Ghezzi. Forse quella che si avvicina di più è quella che ha usato Eugenio Gazzola presentando ieri sera l'ospite di Testimoni del Tempo al numeroso pubblico venuto ad ascoltarlo all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano: "Enrico Ghezzi è un alchimista delle immagini - ha detto Gazzola - poiché prima di parlare di immagini, le costruisce".
Una cosa è certa, se lo chiamate "esperto di cinema", come fanno molti, Ghezzi non si riconosce nella definizione. "Nel cinema vengono intercettati talmente tanti codici - ha spiegato ieri sera l'ospite - che pensare di essere esperti di cinema mi fa ridere. Un esperto di cinema o è esperto del nulla (ed è già qualcosa) o è esperto di tutto. E'come dire di cosa bisogna essere esperti per vivere". E a questo proposito Ghezzi ha citato una frase di un cineasta, "uno dei più grandi e dei più sottovalutati", Chaplin, che ha detto che "nella vita e della vita si resta sempre dilettanti". "Non è una massima - ha detto Ghezzi - è una minima, uno dei minima moralia ai quali non si può non essere fedeli. Io lo sono".
E dunque scopriamo che non possiamo definirlo neanche un critico cinematografico: "Mi appassiona pochissimo la questione della critica cinematografica - ha spiegato l'ospite - non mi interessa la critica cinematografica come elemento settoriale, perché se c'è una critica è costretta a essere universale. Credo poco nelle professioni di questo tipo, perché per quanto mi riguarda ritengo che rendersi conto anche di una sola immagine di cinema richieda davvero un'intensità eccezionale".
Come definirlo allora? Autore televisivo? Il problema rimane, perché per Ghezzi "cinema" significa cinema, televisione, video, in una totale indifferenza nei confronti dei formati. Il cinema è per lui in sala, in televisione, in cassetta e in dvd. Anche se, per quanto riguarda queste due ultime opzioni, egli ha dichiarato che con le cassette o i dvd il cinema è diventato una specie di "bagaglino culturale", che si tiene in bella mostra in uno o due scomparti della libreria in salotto come "un qualcosina" da consultare, in una concezione del cinema "davvero impoverente".
E così, rispondendo a una domanda di Stefano Sampaolo, il giovane cineasta piacentino che con Gazzola sedeva ieri al tavolo dei relatori, Ghezzi è arrivato a parlare di quello che fa. Di quello che fa da oltre 20 anni, da quando, creatore per la Rai3 di Angelo Guglielmi di programmi come Fuori Orario, Schegge e Blob, ha cambiato il modo di fare televisione in Italia. "Le cose che faccio - ha sottolineato però Ghezzi - le faccio in assoluta autonomia", come una sorta di retaggio di una televisione, quella di Guglielmi, la cui forza stava proprio in questo, nell'autonomia. "Un'autonomia - ha detto - che non te la puoi far dare: te la dai, te la prendi. Un'autonomia fatta di istanti, fatta di cose scomode, noiose, di ore e ore passate a leggere elenchi con centinaia di film, di cose che nessuno mi ha chiesto di fare".
Ma anche a proposito di televisione, e in particolare del Grande Fratello, Ghezzi è tornato a parlare di critica, in tono - perdonate il gioco di parole - decisamente critico: "E'ridicolo - ha detto - che un intellettuale strapagato per fare poco si scandalizzi perché dei ragazzotti e delle ragazzotte vengano pagati per non fare nulla, quando poi quello stesso intellettuale tiene le sue rubriche virtuose in cui vende il nulla".
Difficile, insomma, catalogare un personaggio che non crede nelle catalogazioni. Noi ci rinunciamo, lasciando la parola alle immagini, quelle con cui da più di vent'anni Enrico Ghezzi ci accompagna con il suo lavoro.

CATERINA CARAVAGGI

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