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Venerdì 5 Dicembre 2003 - Libertà

Il monachesimo: tentativo di vivere il Vangelo

Riflessione sul ruolo di ordini e congregazioni alla presentazione di "Ora et labora"

La presentazione del volume: "Ora et labora. Le comunità religiose nella società contemporanea", ieri all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha fornito lo spunto per riflettere sul ruolo oggi di ordini, congregazioni e parrocchie. Il libro, che raccoglie nella prima parte gli atti del convegno ospitato nel settembre 2001 presso l'Abbazia di Chiaravalle di Milano, fornisce già, grazie all'apporto di studiosi di diverse discipline, interessanti chiavi di lettura.
Un problema - evidenziato dal coordinatore dell'incontro, Alessandro Mangia dell'Università Cattolica di Piacenza - sta nella necessità di mantenere la continuità in un quadro di trasformazioni accelerate. Una realtà è la crisi delle vocazioni, per lo meno nell'Europa occidentale, anche se il vescovo mons. Luciano Monari ha invitato a considerare la vitalità di nuove forme post-conciliari, come la Comunità di Bose e i dossettiani: "Ci dicono quali grandi strade si possono aprire davanti al cammino della vita religiosa nella Chiesa". Del resto, il vescovo ha osservato come il monachesimo benedettino sia nato come un tentativo di vivere in modo radicale il Vangelo. Testo di riferimento diventano gli Atti degli Apostoli, secondo i quali i monaci modellano il loro stile di vita, sintetizzato nel motto "Ora et labora", perché il cammino cristiano richiede entrambe le dimensioni.
In quest'ottica non stupiscono i preziosi lasciti nell'ambito della cultura letteraria, tecnica e materiale: "I monaci volevano infatti vivere integralmente, però con riferimento al Vangelo". Questo rende l'ideale monastico "permanente, finché ci saranno i Cristiani". Nella nostra società la vita religiosa mantiene "una funzione critica", in quanto presenta un modo di rapportarsi con il denaro e il potere diverso da quello dominante, e una funzione di testimonianza. Aspetti sottolineati anche da mons. Giuseppe Boiardi, parroco di S. Francesco, per il quale il libro aiuta "a riscoprire nel secolo dell'azione il valore della contemplazione".
Paolo de Camelis, dell'Università di Roma, si è soffermato sul principio di sussidiarietà, correlato con quello di solidarietà, mentre Raffaele Iannotta, presidente di sezione del Consiglio di Stato, ha ripercorso temi e contenuti del volume. L'incontro si era aperto con i saluti di Antonino Cella, dell'Università di Pavia, organizzatore della presentazione piacentina, e del presidente della Provincia Dario Squeri, che aveva riflettuto sul segno lasciato dalle comunità religiose nella società civile.
Luciano Vaccaro della Fondazione Ambrosiana Paolo VI, promotrice del convegno milanese, ha sintetizzato i motivi dell'iniziativa, della quale danno conto i contributi raccolti nel libro che, nella seconda parte, a cura di Claudio Stroppa, presenta un profilo storico dei luoghi monastici.

ANNA ANSELMI

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