Giovedì 4 Dicembre 2003 - Libertà
Enrico Ghezzi e la tv di "resistenza"
Testimoni del tempo - Intervista all'autore televisivo ospite stasera all'auditorium della Fondazione. "Dopo Guglielmi smontato lo spirito di autonomia"
Questa sera alle 21 all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Enrico Ghezzi sarà ospite di Testimoni del Tempo, il ciclo di incontri organizzato dall'assessorato ai servizi culturali del Comune di Piacenza e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Critico cinematografico e autore televisivo, Enrico Ghezzi ha realizzato come regista diversi programmi televisivi, come Schegge e Fuori orario; la grande notorietà, tuttavia, l'ha raggiunta con Blob, la rubrica ideata insieme a Marco Giusti, in onda dal 1989. In attesa di ascoltarlo questa sera, gli abbiamo rivolto alcune domande.
Angelo Guglielmi, proprio qui a Piacenza, ha detto che la terza rete da lui diretta non esiste più, l'hanno smontata. Eppure Blob è ancora lì. A cosa si deve questa resistenza?
"Diversi programmi di quella terza rete sono ancora "lì", da Chi l'ha visto a Mi Manda Raitre. Quello che è stato smontato, subito dopo l'incredibile e del tutto politica "cacciata" di Guglielmi, in una sorta di vendetta e regolamento di conti da parte dell'intero palazzo, è lo spirito di autonomia di quella rete (e a partire da essa, direi per contagio, della tv italiana tutta, mediaset inclusa: basta pensare alle "libertà" molto meno fasulle che si prendevano allora i programmi di un Ricci). In questo senso, io stesso non smetto di sorprendermi che con Blob resistiamo ancora. Perché è proprio "resistenza" di un'autonomia che è stata da parecchi anni progressivamente scoraggiata. E infine forse costiamo troppo poco, difficile sostituirci (anche con programmi molto più costosi): la motivazione non potrebbe essere che apertamente censoria. C'è anche chi crede che res(is)tiamo lì perché nessuno capisce veramente Blob. Ma penso che noi per primi non lo capiamo. Blob esibisce proprio, con franchezza sgomenta, il nostro collettivo "non saper nulla" della televisione".
Qual è l'autentico concorrente di Blob? Se non ci fosse Blob, quale programma vorrebbe aver ideato?
"Non ci sono al mondo, purtroppo, in una tv mondialmente antidiluviana (son convinto che la guerra mondiale ha distrutto uno sviluppo possibile in senso videotelefonico di essa, lasciandola poi preda del potere, dei potentati economicocapitalistici o statuali), programmi come Blob, o potenzialmente concorrenti. Comunque, mancasse Blob, vorrei aver trovato/inventato FuoriOrario. O, prima e soprattutto, Schegge. (Quel che potrei/vorrei fare - ora come 20 anni fa - è comunque un programma che si articoli su tre reti contemporaneamente, che dica/sia/racconti la stessa "cosa" con modalità e deviazioni e generi diversi)".
Qual è stato in televisione e qual è secondo lei il programma registicamente più innovativo e più significativo?
"Di quella che è stata, forse il Va Pensiero di RaiTre. Ora forse il Grande Fratello, per quanto orribile e cinico. Ma preferisco i programmi "senza regìa". L'unica regìa, l'unico momento di "scrittura" editorialmente o soggettivamente rilevante, sarebbe nel caso il palinsesto (oppure, del tutto "inutilmente", un frammento, una sigla di 30 secondi, un videoclip, che all'opposto non c'entrano nulla con la regia/scrittura televisiva che "non finisce mai"!)".
Cosa ne pensa delle ultime polemiche sulla cancellazione del programma di Sabina Guzzanti?
"Spero ancora che non venga davvero "cancellato". La sospensione è paradossale. Sono polemiche in parte obbligate, in parte provocate ad arte, di sicuro arretrate e tristi. Io sono contro ogni censura e per il confronto/scontro tra le diverse responsabilità in gioco. Sabina è geniale sempre, quasi come il fratello Corrado. Ma è sconfortante che ogni discussione ipoteticamente "editoriale" non abbia appunto più alcuno spazio, solo restando il dibattito piattamente ideologico e propagandistico, la avvilente "par condicio" della mancanza di autonomia".
Nonostante l'incalzare delle tv a pagamento, Rai3 si ostina a mandare in onda le trasmissioni più interessanti dopo le 23.30. Non sarebbe il caso di proporre qualcosa in prima o seconda serata?
"Devo dire ahimè - andando contro i miei "interessi" (peraltro non ne ho) - che le tv a pagamento, per quanto "incalzanti", sono in generale le più vecchie e arretrate e "commerciali" in senso stretto. Ma è vero che - proprio come dimostra la storia della raitre "guglielmita" (ma anche episodi odierni), basta avere un po'di coraggio e tutti i miti di appropriatezza e di precisione dell'ascolto si possono sovvertire relativizzare dissolvere (dai film in bianco e nero ai programmi civili e non urlati). Gli è che la tv si distribuisce e afferma e propaga e propaganda da sola. Non c'è bisogno di far "bene" o "meglio". Tutto (e tutti), se ripetuto e ribadito e riproposto, alla fine, "funziona", si afferma, persiste, anche se non amato né troppo apprezzato persiste, diventa paesaggio, punto d'appoggio, sfondo affettivo".
CATERINA CARAVAGGI