Mercoledì 3 Dicembre 2003 - Libertā
I monaci cistercensi, infaticabili lavoratori
Nel volume "Ora et labora" (oggi in Fondazione) l'origine delle comunitā religiose
All'origine della prosperosa agricoltura lombarda c'č lo sforzo organizzativo e materiale di generazioni di monaci benedettini, in particolare cistercensi. Le celeberrime cartiere di Fabriano, ancora oggi vanto ed emblema della cittadina marchigiana, furono impiantate dai silvestrini. Due esempi di concreta applicazione del motto "Ora et labora", che dā il titolo al volume sulle comunitā religiose nella societā contemporanea, la cui presentazione si terrā domani alle 17, all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano(via Sant'Eufemia, 12). All'incontro, presieduto da Alessandro Mangia dell'Universitā Cattolica di Piacenza, interverranno: il vescovo mons. Luciano Monari, il Presidente della Provincia Dario Squeri, il presidente di sezione del Consiglio di Stato Raffaele Iannotta, Paolo de Camelis dell'Universitā di Roma, Antonino Cella dell'Universitā di Pavia e il parroco di San Francesco mons. Giuseppe Boiardi. Saranno presenti: Claudio Stroppa dell'Universitā di Pavia e Luciano Vaccari, direttore della Fondazione Ambrosiana Paolo VI, curatori del libro, oltre ad alcuni degli autori.
"Ora et labora" č infatti un'opera corale, che raccoglie nella prima parte gli atti del convegno svoltosi presso l'Abbazia di Chiaravalle alle porte di Milano nel settembre 2001, promosso dalla Fondazione Ambrosiana. La seconda racchiude un excursus storico, corredato da belle immagini e schede di agevole consultazione, relative della case madri europee di congregazioni benedettine. I contributi affrontano il tema delle comunitā religiose oggi - senza trascurare le tappe dello sviluppo storico - da svariati punti di vista. La redazione dei singoli saggi č stata affidata a storici, economisti, giuristi, architetti, sociologi della religione e del territorio, a dimostrazione dei molteplici motivi di interesse suscitati dallo studio di un fenomeno determinante per l'economia e la cultura dell'Europa occidentale ai suoi albori.
"Hanno inventato - ricorda Claudio Stroppa, sociologo del territorio e dei processi culturali - l'agricoltura, prima praticata in forme molto episodiche. A loro dobbiamo in Lombardia l'efficace sistema delle marcite e la produzione dei formaggi". E'lungo l'elenco dei lasciti benedettini. "Sono stati i primi a praticare la medicina biologica. Il loro "Ora et labora" ha introdotto un concetto completamente nuovo rispetto al monachesimo orientale contemplativo".
Nel volume, Stroppa firma due saggi che esplorano implicazioni diverse del fenomeno. Il primo č dedicato ai concetti di caritas e di pietas, che trovano applicazione fin dal Medio Evo nell'organizzazione di ospizi/ospedali, curati dagli ordini religiosi. Il secondo analizza il rapporto spazio-tempo negli edifici conventuali, dove alla chiusura dello spazio corrisponde l'assoluta assenza del concetto di tempo, misurato con l'orologio. Si entra in una dimensione diversa, scandita dalla liturgia e dalla preghiera.
Oggi il monachesimo ha modificato il suo ruolo, rispetto al passato. "Sono entrate nuove forze, i monaci etnici. Nell'immaginario della nostra societā ansiogena e nevrotica, i conventi sono visti come oasi di pace. In realtā sono molto attivi e si confrontano con il mondo esterno". Stroppa sta ora lavorando con Maria Antonietta Crippa del Politecnico di Milano al volume "I costruttori di cattedrali": "E'interessante capire cosa spingeva gli uomini a intraprendere queste enormi imprese, alcune come a Coimbra condotte da ordini religiosi".
ANNA ANSELMI