Lunedì 1 Dicembre 2003 - Libertà
Puccini, la "Turandot" e i tre finali dell'opera
Stasera conferenza di Glauco Cataldo
Giacomo Puccini e la Giovane Scuola, il ciclo di conferenze-concerto organizzato dalla Tampa Lirica sul maggiore operista italiano del Novecento inquadrato nel suo contesto storico, si concluderà questa sera all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via Sant'Eufemia 12.
Sarà di scena, ancora una volta, un relatore illustre: Glauco Cataldo, compositore napoletano di reputazione internazionale che da decenni lavora e insegna a Piacenza (il Municipale, in maggio, ha allestito con la regia di Stefano Tomassini la sua bellissima opera lirica Ancora Werther e Carlotta), affronterà al pubblico a quello che, per esegeti e appassionati del maestro lucchese, è uno dei
temi più appassionanti legati all'opera pucciniana.
Parliamo della questione del finale - o, meglio, dei tre finali - della Turandot: ultima opera di Puccini ed estremo - in tutti i sensi - capolavoro del teatro musicale italiano. Rimasta incompiuta per la morte del suo creatore, l'opera fu rappresentata postuma alla Scala nel 1926: a completare la partitura fu chiamato il compositore Franco Alfano, allievo di Puccini. Questo "primo finale" (oggi "riscoperto" da molti studiosi che in esso vedono il migliore dei tre) fu platealmente bocciato dal direttore d'orchestra Arturo Toscanini. Piegandosi alle indicazioni toscaniniane, Alfano stese quel "secondo finale" entrato immediatamente in uso fino a diventare il finale canonico di quasi ogni esecuzione teatrale e discografica. Il "terzo finale" è quello ideato dal compianto Luciano Berio, presentato l'anno scorso al Festival di Salisburgo.
Facendo ascoltare prestigiose registrazioni, Cataldo tratterà la storia e le caratteristiche di ciascuno dei tre finali, con le affinità e le differenze che presenta rispetto agli altri due. Qual è quello "giusto"? Al pubblico di domani sera l'ardua sentenza.