Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Lunedì 1 Dicembre 2003 - Libertà

Grande repertorio, belle voci

Piacenza nel mondo: concerto degli auguri all'auditorium di S. Maria della Pace. Con De Caro, la Beretta e Baronchelli

Poche cose al mondo sono irresistibili per un pubblico di appassionati come un concerto dedicato al "grande repertorio" lirico benedetto da esecuzioni all'altezza. Gli organizzatori di eventi pubblici che pensano di solennizzare una festa con una serata musicale del genere non sbagliano mai, a patto che riescano ad avere sotto mano i cantanti giusti.
E'stato certamente questo il caso del Concerto degli Auguri organizzato l'altra sera da Piacenza nel Mondo (l'associazione presieduta da Pierluigi Tagliaferri che tiene i fili tra la nostra città e gli emigrati piacentini sparsi in almeno tre continenti) e presentata dalla presidente della Tampa Lirica Carla Fontanelli in un auditorium di Santa Maria della Pace così gremito che molti spettatori hanno dovuto restarsene in piedi.
Il tenore barese Lorenzo De Caro (già ascoltato a Piacenza due settimane fa nella prima delle conferenze-concerto del ciclo Giacomo Puccini e la Giovane Scuola organizzato dalla Tampa nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano) ha una voce così "abbondante" (per cavata, ricchezza di timbro, capacità di tenere a lungo gli acuti) da poter osare in concerto - e con risultati apprezzabili - addirittura l'Otello di Dio, mi potevi scagliar. Il nostro artista deve forse ancora imparare a dominare e controllare in modo più raffinato tutta questa benedetta "abbondanza" (non certo frequente fra i tenori della sua generazione) per mettere a frutto tutte le possibilità - impressionanti - che i suoi mezzi gli offrono.
Molti e meritati applausi hanno comunque salutato E lucevan le stelle (Tosca) e soprattutto i suoi duetti col soprano Giovanna Beretta su celebri pagine di La Traviata (Parigi, o cara e l'acclamato bis su Libiamo nè lieti calici). Ancora meglio hanno saputo fare le due belle - sempre più belle - voci piacentine protagoniste con lui della serata. Il basso Davide Baronchelli ha giocato da mattatore, aprendo la serata con un temibile pilastro del repertorio da "basso tragico" verdiano (Il lacerato spirito da Simon Boccanegra), chiudendo in allegria con La calunnia è un venticello (lo ricordiamo, qualche anno fa, accendere gli entusiasmi del loggione del Municipale cantando quest'aria in un bel Barbiere di Siviglia con Armando Ariostini) e concedendosi il lusso di fare due parti in commedia nel Don Giovanni di Mozart: è l'irresistibile seduttore del titolo nel duetto Là ci darem la mano (con la Beretta che tratteggia una Zerlina davvero perfetta) e il comico servo Leporello in Madamina, il catalogo è questo.
Quanto a Giovanna Beretta, ogni volta che la si sente non si può che restare ammirati per le purissime qualità che le farebbero meritare molto più di quanto non abbia finora raccolto in una pur apprezzabile carriera: dolcissimo e cristallino soprano lirico in O mio babbino caro (Gianni Schicchi) e nell'Aria di Micaela dalla Carmen, Zerlina irresistibile nel citato Don Giovanni, soprattutto intensa e credibilissima Violetta in Addio del passato (la Beretta fu tra i soprani che parteciparono, interpretando quest'aria, all'omonimo film di Marco Bellocchio su Piacenza e il suo rapporto con Verdi e la lirica) e nei duetti con De Caro in Parigi, o cara e nel brindisi finale che hanno acceso gli entusiasmi del pubblico.
Corrado Casati, il fantastico maestro di coro che ha fatto grande il Coro del Municipale, è stato in questa occasione il magistrale accompagnatore al pianoforte che ben conosciamo.

Alfredo Tenni

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio