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Giovedì 22 Aprile 2004 - Libertà

Chiuri e Cataldo: note e segreti del Lied

Successo per la conferenza su "poesia e musica tedesca" in Fondazione

Dal popolare al mito. Percorso tra poesia e musica tedesca è il titolo e il tema conduttore che riunisce il ciclo di incontri organizzati dal Centro culturale italo-tedesco alla Fondazione di Piacenza e Vigevano. L'appuntamento dell'altra sera ha esaminato l'elemento popolare che ha generato il lied ed in particolare ha sviluppato la presenza di questa forma musicale nella produzione di Gustav Mahler. La conferenza-concerto si è aperta con l'intervento del compositore piacentino Glauco Cataldo, introdotto da Milena Tibaldi Montenz, presidente del Centro italo-tedesco, ed è proseguita con l'esecuzione di alcuni lieder mahleriani da parte del mezzosoprano Anna Maria Chiuri e del pianista Corrado Casati.
Il lied è una forma musicale che affonda le proprie radici nel Medioevo e nelle forme del canto popolare. Con il Romanticismo il connubio fra testo poetico e musica raggiunse forme così nobili da divenire una forma d'arte. Schubert aprì la stagione romantica del lied. E sempre dai lieder di Schubert, ha ricordato Cataldo, partì la sua personale e giovanile ricerca e analisi compositiva. Il lied ebbe un posto rilevante nell'attività di quasi tutti i compositori dell'Ottocento. Intimismo, semplicità di disegno melodico e sorvegliato equilibrio formale sono i caratteri distintivi. Mahler, compositore erede del wagnerismo, sviluppò l'eredità romantica e si dedicò ad un interessante produzione liederistica. Dalla raccolta di canti popolari di von Armin e Brentano, scritta ad Heidelberg dal 1086 al 1808 (Il corno magico del fanciullino) Mahler trasse ispirazione per comporre un ciclo di lieder per voce e orchestra. Parte di questi stessi testi vennero incorporati nella seconda, terza e quarta Sinfonia.
Un altro significativo ciclo di lieder per canto e orchestra sono iCanti dei bambini morti composti da Mahler dal 1901 al 1904 su poesie di Friedrich Rückert, scrittore tedesco vissuto a cavallo fra Sette e Ottocento, che scrisse queste liriche in seguito alla tragica morte di due figlioletti. Il mezzosoprano Anna Maria Churi ed il pianista Corrado Casati hanno eseguito con sobria e spontanea naturalezza queste pagine profonde e drammatiche. Un'interpretazione calibrata, concentrata sul testo musicale e poetico, rivelato nella sua profondità dal timbro intenso del mezzosoprano.
Dopo l'esecuzione de Il tamburino dai Wunderhorn, il cui incipit si muove nelle note gravi del pianoforte, il duo ha fatto respirare un po' di brezza con Piccola leggenda del Reno in cui lo scorrere dell'acqua e la percezione della natura all'aria aperta, trasmessi dalla musica, hanno concesso un momento lieve. La pagina tragica, dolente, drammatica dei Canti dei bambini morti viene, se è possibile, addolcita dalla scrittura musicale, come nel terzo lied; nel quinto invece l'angoscia e la descrizione della bufera e della tormenta vengono amplificati da una partitura impetuosa, carica di una forte tensione psicologica, che si distende e si placa solo nel tragico epilogo in cui anche la musica manifesta la raggiunta pace del riposo eterno.

Sabrina Silan

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