Sabato 7 Maggio 2005 - Libertà
Da Brecht a Hesse, letture di Verrone: successo
Emozioni alla tedesca
Nella lingua tedesca, molto duttile e creativa, ci sono vocaboli che riescono a condensare in sé le sfaccettature di un concetto, ma difficilmente si possono tradurre in italiano, senza ricorrere a giri di parole. Tra gli esempi: i termini Weltanschauung, la Sehnsucht o lo Streben dei romantici, che solo in modo approssimativo si possono rendere con "visione del mondo", "desiderio", "tensione verso qualcosa". Così in Fondazione il Centro culturale italo-tedesco Piacenza e Lodi ha accantonato per un momento i dizionari, proponendo una via alternativa - dimostratasi peraltro alquanto efficace - per far capire le sfumature racchiuse nella parola Stimmung, cioè emozioni in una dimensione di armonia tra il sé e ciò che lo circonda. Introducendo l'incontro, Milena Tibaldi Montenz, presidente del Centro italo-tedesco, ha premesso come Stimmung sia in realtà intraducibile e che l'accostamento con il termine "emozione" sia filologicamente non corretto, anche se in grado di far intuire il vero significato. A cogliere quest'ultimo hanno comunque condotto i versi e gli aforismi di grandi autori della letteratura tedesca, nell'intensa recitazione dell'attore Aldo Verrone (tra i fondatori della Combriccola), in una serata dove la musica, eseguita al pianoforte da Patrizia Bernelich, è stata sottofondo, ma anche coprotagonista, grazie alla scelta indovinata dei brani (da Chopin a Schumann, da Brahms a Debussy). La Tibaldi Montenz ha precisato come la selezione dei testi fosse stata compiuta con attenzione alle voci più emblematiche e significative dello spirito della Germania, che si sono interrogate sui grandi problemi dell'uomo. Tanto che a conclusione del recital, al termine dei ripetuti applausi ai due "interpreti", lo stesso Verrone ha richiamato l'accento posto dal programma sulla cultura tedesca, ma anche sull'universalità e l'attualità del percorso tracciato attraverso due secoli di letteratura. Un itinerario tematico e non cronologico, che ha preso avvio con il duro monito Ai posteri di Bertolt Brecht. È proseguito con il grido drammatico degli sfruttati Tessitori della Slesia di Heinrich Heine, dopo la rivolta del 1844. Ancora le Domande senza risposta di Brecht, che hanno anticipato la dolente ballata La crociata dei ragazzi, inno contro la guerra, spietata anche verso i più innocenti. Il poeta, regista e drammaturgo tedesco è tornato a sollecitare la coscienza dell'auditorio con gli "ingenui" quesiti di "un lettore operaio", sugli effettivi ruoli ricoperti dalla massa anonima e da personaggi famosi della storia. Il clima ha mutato registro con l'ascolto delle vicende di amore e morte degli arazzi del castello di Blaia che Heine immagina si animino di nascosto la notte. Di nuovo Brecht, con lo struggente Ricordo di Marie A.; poi le meditazioni sulla fugacità dell'esistenza e sul Divino (Goethe, Rilke e Angelus Silesius). La chiusura è stata affidata alle liriche e ai lucidi aforismi di Hermann Hesse.
Anna Anselmi