Sabato 10 Aprile 2004 - Libertà
Quanta poesia nelle ballate
Applaudita esibizione l'altra sera in FondFondazioneazione con interventi di Cottica e Tibaldi. Con testi di Goethe musicati da Brahms
La ballata come forma poetica e come forma musicale è stata analizzata l'altra sera alla Fondazione di Piacenza e Vigevano in una conferenza-concerto dal titolo La Ballata tedesca - dal popolare all'opera letteraria e alla composizione musicale. Milena Tibaldi, presidente del Centro culturale italo-tedesco, ha introdotto l'incontro presentando la Ballata dal punto di vista letterario, mentre Massimo Cottica, docente di musica da camera al Conservatorio Nicolini, è intervenuto durante il concerto, tenuto dai suoi allievi, per sottolineare ed indicare le notizie musicali che determinarono le scelte compositive e gli indizi della scrittura musicale di alcuni autori. Una guida all'ascolto ad un programma articolato e interessante che, partendo da liriche esclusivamente di Goethe, ha voluto comparare la realizzazione dello stesso testo poetico da parte di diversi musicisti. Un percorso supportato da un dettagliato e nutrito programma di sala che includeva anche le liriche presentate, con traduzione dal tedesco a lato.
Il termine Ballata riapparve in Germania intorno al 1770 indicando, senza connessione con l'antica forma medioevale, una lirica vocale da camera associata alla Ballata letteraria romantica, quel genere lirico-narrativo che fu illustrato da poeti quali Herder, Schiller e Goethe. In Goethe gli elementi lirici, epici e drammatici convivono per trasmettere la storia e il sentire dell'uomo. La ballata Heidenröslein di Goethe è stata interpretata dal soprano Elena Franceschi e dal pianista Alessandro Zucconi nelle versioni di Brahms e Schubert, in questo caso entrambi i compositori mantengono l'andamento strofico e attingono alla tradizione del canto popolare che, con la sua melodia cantabile e ripetuta, rivela la sua innata personalità. Lo stesso duo ha anche eseguito Der Fischer nelle versioni assolutamente antitetiche di Schubert e Strauss. Il primo risponde alla tradizione del brano strofico in cui una stessa melodia viene ripetuta per le quattro strofe, mentre Strauss utilizza il metodo "durchkomponiert", ossia la tecnica compositiva per cui la musica diventa espressione del testo. Infatti in quest'opera giovanile di Strauss gli elementi poetici vengono richiamati e descritti dagli effetti musicali, come lo scorrere e la presenza dell'acqua così preponderante nella lirica di Goethe. Il soprano Hitomi Takeda e il pianista Zucconi hanno interpretato Das Veilchen, una gemma mozartiana, unica composizione di Mozart su testo di Goethe in cui la tecnica del "durchkomponiert" è strumento per creare una piccola e vivida scena teatrale. La ballata è una forma libera che non prevede una rigida destinazione vocale per questo la ballata Es war ein König in Thule nelle versioni di Zelter e Liszt è stata affidata al baritono Seo Dong Hoon, accompagnato dal pianista Stefano Feliciani. La realizzazione di Carl Friederich Zelter segue l'intenzione strofica di Goethe, mentre Liszt sviluppa il testo scritto con un gesto musicale denso e ricco. La serata è terminata con l'esecuzione della rilettura musicale di Wolf e di Schumann di Kennst du das Land, pagina in cui è protagonista la celebre figura della piccola Mignon, da parte del soprano Akiko Koga e della pianista Hirose Misuzu.
Sabrina Silan