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Lunedì 5 Aprile 2004 - Libertà

In 4 mila per il jazz

Festival piacentino: concerti esauriti ed entusiasmo. Azzali: "Un bilancio eclatante"

Quando, l'anno scorso, si costituì il Piacenza Jazz Club furono in molti a dire "finalmente!". L'atmosfera che si respirava, nell'ambiente degli appassionati piacentini, era di elettrizzata attesa; la pioggia di iscritti e simpatizzanti confermò la sensazione che fosse stato riempito uno dei vuoti più grossi della vita culturale cittadina. Ma pretendere di organizzare, da un giorno all'altro, un festival jazz lungo un mese e fitto di grandi nomi in una Piacenza che fino a quel momento aveva conosciuto solo rassegne di gusto pregevole ma di limitato respiro, poteva sembrare un'impresa arrischiata, da rompersi le ossa.
Invece il Jazz Club ha vinto la sua scommessa alla grande: la prima edizione del Piacenza Jazz Fest è stata un successo eclatante: 13 concerti andati quasi tutti "esauriti", 4 master classes (con "professori" come D'Andrea, Pieranunzi, Michele Hendricks, Girotto), conferenze, spettacoli per le scuole, un concorso nazionale che ha laureato vincitore un grande saxofonista ventenne, l'astigiano Gianni Virone. Di tutto questo parliamo col presidente del Piacenza Jazz Club: Gianni Azzali, asso del sax tenore e docente di ear training al Conservatorio Nicolini.
Presidente, un bilancio.
"I numeri vanno davvero al di là delle nostre aspettative: più di 4mila persone hanno assistito agli appuntamenti del festival. C'è stata anche gente arrivata da province lontane, come Trento e Siena. Ci sono stati ascoltatori che si sono avvicinati al jazz per la prima volta. E c'è stato "Ecco a voi: Mister Jazz!", il nostro spettacolo per ragazzi "fatto in casa" col musicologo Luca Bragalini, che è stato accolto con favore straordinario e che intendiamo proporre a scuole di tutta Italia".
C'è stato anche il concorso Nuovi Talenti del Jazz Italiano: 57 adesioni e musicisti "doc". Vi aspettavate un tale riscontro, per quantità e qualità?
"No, specie per la qualità: credo che molti dei finalisti faranno presto parlare di sé come professionisti".
Quando hai avuto la certezza che il Jazz Fest sarebbe stato un successo?
"Sinceramente? Ho provato questa sensazione prima ancora che il festival partisse. Per la precisione, all'anteprima di ottobre con Pieranunzi: vedere l'auditorium del Nicolini così pieno, con spettatori in piedi e tante persone costrette ad andarsene perché non c'era più posto, ci ha fatto capire che avevamo fatto centro. Una sensazione che si è rinnovata quando io e gli altri musicisti della band "di casa" del Jazz Club abbiamo fatto pubblicità al festival suonando in un gazebo in Piazza Cavalli: la risposta della gente ci ha galvanizzati. La sera di debutto del "Jazz Fest", col tutto esaurito al President per il Giovanni Tommaso Quintet, è stata poi la prova del nove".
Ti senti di ringraziare qualcuno in particolare?
"Molte istituzioni cittadine e tantissime persone. L'assessore alla cultura Pareti, un appassionato di jazz che fin dall'inizio ha creduto nel nostro progetto. Altri due assessori comunali, Giovanna Calciati e Manuela Bruschini, rispettivamente all'istruzione e alle pari opportunità, che hanno sostenuto alcuni appuntamenti del Jazz Fest. Il presidente della Provincia Squeri. Il Conservatorio Nicolini. La Fondazione Libertà, che ci è stata molto vicina, così come la Fondazione di Piacenza e Vigevano. I tanti sponsor privati. Tengo poi, da presidente del Jazz Club, a ringraziare i volontari del nostro "comitato operativo" che hanno lavorato egregiamente, permettendo a ogni concerto di svolgersi nel migliore dei modi. E tutti i nostri spettatori".
Nuovi progetti?
"A Kramer piaceva così, il concerto che organizzeremo sabato 17 aprile alla sede di Tesa con Gianni Coscia, Ellade Bandini, Luciano Milanese e Carlo Uboldi. Stiamo lavorando anche al Jazz Fest 2005: ma non posso fare anticipazioni".

a. ten.

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