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Venerdì 27 Marzo 2015 - Libertà

«La mia ricerca su Bobbio è partita dal lontano 1500»

Esce oggi il volume dello storico piacentino Giorgio Fiori (Lir): racconta la storia della città della Valtrebbia e della sua gente

piacenza - Esce oggi in libreria il volume Storia di Bobbio e delle famiglie bobbiesi di Giorgio Fiori, edito da Lir (Libreria internazionale Romagnosi). Un'opera cui Fiori è particolarmente affezionato, anche per i legami personali che ha con il centro della Valtrebbia, del quale erano originari i nonni materni e dove ama trascorrere le vacanze estive.
Non solo. Come rivela nell'introduzione, fu proprio qui, il 18 agosto 1957, che, «quando non avevo ancora 18 anni, incominciai gli studi non solo genealogici, ma anche sociali ed economici e sulle vicende dei miei antenati materni, che furono l'inizio delle mie ricerche storiche e artistiche, poi divenute non solo l'interesse principale e la fonte di importanti soddisfazioni e riconoscimenti che hanno allietato la mia esistenza, ma anche nel contempo la ragione stessa della mia vita».
La pubblicazione del libro, che verrà presentato il 13 aprile alle ore 18 a Palazzo Galli, è stata resa possibile dalla Banca di Piacenza, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e dal Comune di Bobbio. Frutto di ricerche condotte sul materiale conservato negli archivi di Stato di Piacenza, Torino, Milano, nell'archivio notarile di Piacenza, nell'archivio comunale e nell'archivio diocesano di Bobbio, oltreché in archivi privati, in particolare quello del marchese Malaspina, il volume abbraccia un arco temporale molto ampio, giungendo fino ai giorni nostri.
«Ho consultato anche tutte le delibere comunali dal 1500 in avanti, per raccogliere elementi di carattere patrimoniale ed edilizio» spiega Fiori, accennando al fatto che comunque, già nel 1000, la configurazione di Bobbio coincidesse all'incirca con il centro storico attuale. Dal dopoguerra - sintetizza - l'abitato si è quadruplicato, mentre prima di allora fuori dalla cinta muraria si trovavano soltanto il convento di San Francesco, il santuario della Madonna dell'Aiuto e l'ospedale sorto nella seconda metà del settecento grazie al lascito del giurista Pietro Monticelli. Successivamente è avvenuta l'espansione nelle zone di Corgnate, San Martino, Maiolo».
Il libro dunque raccoglie «il racconto delle vicende di Bobbio con la relativa illustrazione storico-artistica dei suoi monumenti, di tutti gli edifici del suo centro, delle sue famiglie nobili o comunque notabili, delle sue istituzioni civili e religiose, delle località circostanti e della toponomastica». Il titolo di città venne attribuito a Bobbio nel 1014, quando divenne pure sede di vescovado, due attestati dell'importanza raggiunta. «Bobbio è l'unica località del Piacentino che può vantare un glorioso autonomo passato, anche se ora è stata inglobata nelle più vaste provincia e diocesi di Piacenza».
Popolata fin dai tempi più remoti dai liguri, dai celti, dai romani e poi, in epoca altomedievale dai longobardi e franchi, vide l'avvio della «sua vera vicenda storica di rilievo nel 614 con l'arrivo del monaco irlandese Colombano», fondatore del monastero che porta il suo nome, per secoli faro di spiritualità e cultura, soppresso nel 1802 (nel frattempo però, dal XV secolo, erano subentrati ai monaci irlandesi i benedettini della congregazione di Santa Giustina di Padova) per essere adibito a scuola, prigione e, più di recente, museo. «L'orto monastico è stato trasformato nella piazza di Santa Fara».
Tra i complessi religiosi che vennero chiusi, anche «i conventi di Santa Chiara, oggi sede comunale; di San Francesco; degli eremitani di Montebruno, nell'edificio poi scelto dal vescovo Gianelli quale sede delle suore gianelline, trasferitesi quindi in Santa Fara e lì ora c'è un ristorante». E' un convento, quello di San Francesco, l'edificio che Fiori considera forse il più suggestivo: «Risalendo al 1300, rimane probabilmente una delle costruzioni più antiche che si possono ancora adesso vedere nel paese. Il monastero di San Colombano nelle forme attuali è del XVI secolo e posteriore». Il libro comprende la storia del territorio di Mezzano Scotti, sviluppatosi attorno al monastero benedettino di San Paolo e inglobato nel 1926 nel Comune di Bobbio.

Anna Anselmi

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