Sabato 21 Marzo 2015 - Libertà
Il nuovo volume di Pronti, non ancora nelle librerie, è già sulle pagine di Sette dedicato all'Expo 2015
Storia della cucina Un percorso di sette secoli fra archivi e documenti inediti
piacenza - Ancora non è uscito nelle librerie eppure ha già riscosso l'interesse della stampa nazionale tanto da meritare il titolo a tutta pagina su Sette, il supplemento del venerdì del Corriere della Sera. Parliamo di La cucina a Piacenza, in Italia e nei secoli, di Stefano Pronti noto piacentino per essere stato direttore dei Musei Farnesiani, all'epoca della ristrutturazione, e poi del Teatro Municipale, nonché storico e critico d'arte. Il volume, 290 pagine di centimetri 31 x 23 edito da Tipleco e con immagini di documenti manoscritti, sarà presentato giovedì 16 aprile alle 17 alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, che lo ha sostenuto ed è il risultato di «cinque anni di ricerche negli archivi, e tanta pazienza per trovarli e studiarli; un volume la cui pubblicazione solo casualmente coincide con l'Expo mondiale dedicata all'alimentazione», spiega Pronti autore di numerose pubblicazioni di carattere storico e artistico.
«Sono stato intervistato un mese fa dalla giornalista Manuela Mimosa Ravasio, che si occupa di aspetti innovativi e insoliti della cucina e so che l'intervista è confluita in un gruppo di articoli di taglio diverso ma sempre sui temi dell'Expo». L'edizione di ieri di Sette, che pubblica l'intervista a Pronti, è infatti interamente dedicata alla kermesse mondiale di Milano attesa dal primo maggio per i successivi sei mesi.
La caratteristica del libro è la carrellata a ritroso, non solo delle ricette, «ma nella descrizione di una continuità di compartimenti alimentari e di declinazioni culinarie piacentina e italiana». Una ricerca «che va in dietro di sei-sette secoli» dalla quale emergono «tante cucine che in un periodo così lungo si sono contaminate e ciascuna ha poi scelto il proprio stile, come quella piacentina assestata su un ricettario di area lombardo-bolognese ricavandovi una sua individualità». Dal volume esce un'altra considerazione di rilievo, dice Pronti: «Guardando tutta la civiltà gastronomica dal ‘400 in poi l'Italia la fa da padrona, abbiamo prodotto una letteratura che non conosce pari in Europa, tanto che, nel ‘700, in una enciclopedia francese si legge: "gli italiani hanno risanato tutta l'Europa e sono loro che ci hanno insegnato a cucinare».
mvg