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Lunedì 23 Marzo 2015 - Libertà

concorso nazionale per i nuovi talenti del jazz italiano La graduatoria si conoscerà solo il 30 maggio allo Spazio Le Rotative

di ALFREDO TENNI
Sono due pianisti-compositori, il ventiseienne Francesco Orio di Crema e il ventinovenne Giulio Scaramella di Grado (Gorizia), i vincitori della sezione "Solisti" del concorso Nazionale "Chicco Bettinardi - Nuovi talenti del jazz italiano", organizzato dal Piacenza Jazz Club e giunto alla dodicesima edizione.
I nomi dei due primi classificati sono stati annunciati l'altra sera dal presidente del Jazz Club Gianni Azzali al termine della finale del concorso, che si è svolta al Milestone, con cinque concorrenti in lizza che sono stati valutati dalla giuria presieduta dal maestro Giuseppe Parmigiani, saxofonista, compositore e arrangiatore.
Abbiamo citato i due vincitori Orio e Scaramella in ordine meramente alfabetico: solo il 30 maggio, nel Galà di premiazione allo spazio Le Rotative, sarà infatti svelato chi di loro si è aggiudicato il primo premio (1.200 euro, più un ingaggio nel cartellone del Piacenza Jazz Fest 2016, più il Premio Libertà assegnato dal nostro giornale) e chi il secondo premio (700 euro e - al pari del primo classificato - una segnalazione sulle due più note e prestigiose riviste jazz italiane, Musica jazz e Jazz It).
Orio, comunque, si è già aggiudicato anche un altro trofeo, sia pure simbolico: il Premio del pubblico, assegnato attraverso l'ormai tradizionale "referendum" condotto tra gli spettatori. E, tanto per fare l'en plein, Orio vanta anche un "record" unico nella storia del concorso "Bettinardi": è stato sul podio dei vincitori in due diverse edizioni, una volta nella sezione "gruppi" (suona infatti nel 3al Bot Jazz Quartet, un quartetto che l'anno scorso ha vinto il primo premio ex aequo con il gruppo Zurbaran), e quest'anno tra i solisti.
Nella finale, in cui tutti i concorrenti si sono esibiti avvalendosi dell'accompagnamento dei bravissimi musicisti del Trio Bettinardi (la sezione ritmica "di casa" del Piacenza Jazz Club, formata da Mario Zara al pianoforte, Alex Carreri al contrabbasso e Luca Mezzadri alla batteria), Francesco Orio ha dato prova di un intenso lirismo e nella sua resa di Little B's poem, del vibrafonista Bobby Hutcherson, ma ha convinto ancora di più nei suoi brani autografi: le ardue geometrie armoniche e ritmiche di Three colors and a half (dichiarato omaggio a Franco D'Andrea e alla sua Two colors) e Ballhead, aperta da un riff che si incide subito nella memoria e scavata da un impetuoso crescendo in "solo". E Giulio Scaramella, un pianista il cui tocco ha una bellezza con pochi eguali, ha fatto scintillare tutte le sfumature del suo suono e della sua inventiva in composizioni originali perfettamente levigate come Changes e Young e in una virtuosistica resa di Anthropology di Charlie Parker.
Bravissimi anche gli altri tre finalisti. Il pianista Fabio D'Onofrio, 29 anni, di Pescara, ha sedotto con letture altamente "spettacolari" di grandi standard del jazz moderno come Peace di Horace Silver, 500 Miles High di Chick Corea e Juju di Wayne Shorter. Il tenorsaxofonista Giovanni Benvenuti, 25 anni, di Siena, strumentista virtuoso e potente anche se forse un po' troppo "meccanico", ha sfoggiato una gran bella "voce" nello standard My melancholy baby di George A. Norton e Ernie Burnett, nella sprintatissima Moment's notice di John Coltrane e soprattutto nella trasognata ballad di Gene de Paul You don't know what love is. Un altro saxofonista, Fabio Della Cuna, 24 anni, di Lanciano (Chieti), pur confermando la sua bravura, è apparso forse un po' sottotono rispetto alla sua performance in semifinale: più ancora che nella sua resa del classico di Thelonious Monk Ask me now, eseguita al sax tenore, Della Cuna ha convinto in un brano composto di suo pugno, la suite Agim's Mood 1 e 2, in cui si è diviso tra sax tenore e sax soprano ricurvo.
Il concorso "Bettinardi", da tempo considerato un punto di riferimento di indiscusso prestigio per la scena jazz nazionale, è intitolato alla memoria di uno dei soci fondatori del Piacenza Jazz Club, il saxofonista Chicco Bettinardi, prematuramente scomparso nel 2004. Oltre che del sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, si vale del sostegno di Yamaha Music Europe GmbH - Branch Italy, Naima Music Store e di Elitrans, l'azienda per cui Bettinardi lavorava.

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