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Mercoledì 11 Marzo 2015 - Libertà

«Sulla via del Big Bang»
Rossi e il "dopo bosone"

Il fisico del Cern: scienza sempre più curiosa della storia

Le primogeniture sono definitive, non si perdono, anzi si rafforzano. E Piacenza - "Primogenita" per eccellenza nella storia - anche nella ricerca scientifica ha raggiunto vertici altissimi. Merito anche e soprattutto di Lucio Rossi, fisico, docente universitario a Milano dal 1992, dal 2001 al Cern di Ginevra dove ora è "Capo progetto LHC ad alta luminosità". E ha inaugurato la seconda parte - dedicata a "Le nuove frontiere della scienza" - dei "Mercoledì della scienza 2014-15", organizzati dall'associazione "Amici del liceo Respighi", dal "Dipartimento di matematica e fisica" del medesimo liceo con il fondamentale sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Davanti al quasi colmo auditorium della Fondazione, Rossi ha tenuto l'interessante conferenza "Oltre il bosone di Higgs: LHC riprende l'esplorazione al Cern". Moderatori erano Giovanna Bianchi, docente al Respighi nonché curatrice della rassegna che, fino a poco tempo fa, era seguita da Teresa Rulfi Sichel sempre prodigatasi con impegno. E la preside del Respighi Licia Gardella la quale, introducendo il relatore, ha sottolineato che «questo è un momento di lezione, di scuola partecipata per persone che riconoscono che approfondire è sempre un dovere. Rossi parte del liceo della sua città e arriva al Cern. E' una strada di successo. E' un ricercatore vero, sa comunicare. Una città cresce se tutti noi non dimentichiamo i punti di partenza e su quelli investiamo».
Rossi poi con molta concretezza ha illustrato l'importanza del "Large hadron collider" (LHC) cioè "Grande collisore ad adroni". E' stato progettato per studiare la fisica delle particelle cioè l'infinitamente piccolo, svelare segreti e composizione dell'atomo. LHC riprende ora certe delicate operazioni dopo essere stato fermo circa due anni per svolgervi la necessaria manutenzione. «LHC - detto Rossi - è un super microscopio, si genera la luce da solo. Noi generiamo luce quantistica. Le particelle più energia hanno, più l'onda luminosa è corta». Quello che il grande pubblico ignora è che fisica delle particelle e astronomia puntano allo stesso obiettivo cioè spiegare il Big Bang iniziale. «Gli estremi si toccano, siamo sulla strada del Big Bang. Gli acceleratori sono macchine del tempo, gli astrofisici stanno osservando la prima luce emessa dal Big Bang». Notevole un commento del fisico: «la scienza è sempre più interessata alla storia dell'uomo, non è asettica, ci spinge a vedere dove arriva il mio io». Rossi poi ha ricordato che nell'atomo ci sono 12 particelle e 12 antiparticelle quindi 24 micro-componenti tenuti insieme da 4 tipi di forze. Si era però capito che mancava la pietra angolare cioè il "bosone di Higgs", la "particella di Dio", scoperta nel 2013 per cui l'equipe degli studiosi ha meritato il premio Nobel per la Fisica del 2013. Non "lectio magistralis" ma quasi da parte di Rossi, ulteriore dimostrazione dell'importanza della ricerca specialistica ma anche della divulgazione.

Fabio Bianchi

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