Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Sabato 14 Marzo 2015 - Libertà

Zurla: 360 anziani sono fuori dalla porta

Ma il medico geriatra getta acqua sulle polemiche: nel Piacentino il servizio è okay

«Nella nostra città, non solo al "Maruffi", struttura nella quale opero come coordinatore sanitario, i modelli organizzativi rispondono a ben precisi protocolli legislativi e sono coordinati da figure dirigenziali competenti e con idoneo titolo di studio sia per le attività sociali, amministrative e sanitarie». Renato Zurla, medico, ex presidente della Croce Rossa Italiana con tantissimi anni di esperienza su pazienti geriatrici, interviene sulla questione della privatizzazione e ripublicizzazione della strutture di assistenza per anziani e sul caso - segnalato da un lettore di Libertà - di una donna che sarebbe stata sottoposta a trattamenti "vessatori" in una casa di riposo.
«La mia prima reazione alla notizia - spiega - è stato il timore che nell'opinione pubblica si ingenerasse la convinzione che le strutture del nostre territorio non siano idonee o non rispondano ai criteri espressamente fissati dalla legge. Nel merito della specifica vicenda preferisco non entrare, anche perché non la conosco, ma - così come è stata rappresentata - mi è sembrata un po' strana. Perché i vincoli, i presidi e gli ausili per la protezione di un ospite non autosufficiente vengono applicato solo con autorizzazione obbligatoria del medico curante e dei famigliari o di un riferimento del malato (in questo caso mi pare che si tratti di un amministratore di sostegno dell'anziana). Esiste e viene applicato ovunque un codice etico e di comportamento che rafforza e governa tutti i rapporti tra le persone che operano in una struttura, i rapporti con i familiari e i visitatori esterni».
Il problema riguarderebbe soprattutto quelle porzioni di strutture in cui ci si avvale dell'aiuto esterno di dipendenti di cooperative private. Ma Zurla non accetta l'equazione cooperativa=cattivo servizio. «Il regolamento di queste strutture - spiega - non cambia a seconda di chi ci lavora ed è comunque regolato da una legge regionale. Noi al "Maruffi" abbiamo personale infermieristico e assistenziale di alcuni reparti che proviene da una cooperativa bergamasca, la Kcs, della quale siamo pienamente soddisfatti. L'importante è che ci sia una costante opera di verifica, che può andare dalla turnazione fino alla qualità dei servizi».
Certo, però, che dove queste norme regionali vengono applicate ai "minimi sindacali" qualche disagio in più inevitabilmente c'è. «Può essere - risponde il medico - ma l'organizzazione e il profilo professionale degli operatori e addetti alle professioni socio-assistenziali, sia che siano di pertinenza diretta di Fondazioni, Enti ma anche appartenerti a Cooperative Sociali (personale infermieristico e socio assistenziale e di fisioterapia, ausiliario ecc.) rispondono a regole ben definite dalle leggi vigenti e hanno acquisito obbligatoriamente una qualifica idonea alla mansione e certificata da scuole di formazione e sedi universitarie».
Il problema è che viviamo in una provincia dall'età media molto alta, dove - conferma il medico - ci sono attualmente 360 anziani in lista d'attesa per entrare in strutture di assistenza. «Come Fondazione di Piacenza e Vigevano - aggiunge Zurla, che è anche membro del consiglio generale dell'ente benefico - stiamo lavorando assieme al Comune, alla Consulta della Diocesi e alla Caritas allo studio di progetti che riguardano i bisogni di migliaia di piacentini per quanto riguarda il welfare».
Un'emergenza tanto più stringente oggi, con la crisi che minaccia sempre più famiglie. «Sapesse quante persone al momento di pagare la retta del Maruffi ci dicono in lacrime che non sanno se potranno pagare anche quella successiva - conferma l'ex-presidente della Cri - io credo che di fronte a situazioni di questo tipo le istituzioni, gli enti, i comuni e tutti i soggetti coinvolti devono sforzarsi di fare la loro parte, l'obiettivo deve essere un sistema di asssistenza adeguato, di qualità, avendo ben presente che oggi avere un anziano da gestire per una famiglia a reddito medio-basso meglio è un grosso problema».

gielle

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio