Lunedì 16 Marzo 2015 - Libertà
Il "Bettinardi" va ai Jazz It Up e RCT
Ma al Milestone il pubblico vota per il gruppo torinese BBF Jazz Trio
piacenza - Sono i Jazz It Up e gli RCT Trio le due band vincitrici della sezione B, quella riservata ai gruppi, della 12ª edizione del concorso nazionale "Chicco Bettinardi - Nuovi talenti del jazz italiano", organizzato dal Piacenza Jazz Club col patrocinio del Ministero per i Beni e le attività culturali, il sostegno del Comune e della Fondazione.
Abbiamo citato i due gruppi vincitori in ordine alfabetico: solo il 30 maggio, nel Galà di premiazione allo spazio Le Rotative, sarà svelato chi si è aggiudicato il primo premio e chi il secondo. Ma una cosa si può dire già adesso: questa accoppiata vincente offre un un ritratto a tutto campo della giovane scena jazz italiana, perché i Jazz It Up e gli RCT Trio sono due gruppi agli antipodi (e quindi felicemente complementari), vuoi per provenienza (la metropoli contro la provincia), vuoi per la proposta musicale. I Jazz It Up sono di Roma, gli RCT Trio vengono da Pallanzeno, un paesino di mille abitanti nella provincia sulla riva piemontese del Lago Maggiore. I primi sono un quartetto elettrico molto tecnico e grintoso, con la chitarra di Vincenzo Totta a fare da protagonista in una trama sonora che, in ogni caso, finalizza sempre al "gioco di squadra" i talenti individuali dello stesso Totta, di Marco Bruno al basso elettrico, di Simone Colasante al piano (acustico ed elettrico) e del batterista Shanti Emanuele Colucci. I secondi riescono a offrire una versione originale del più classico (e abusato) degli organici jazz: il trio pianoforte-contrabbasso-batteria, strumenti che qui vedono impegnati, con bravura e sensibilità, Lorenzo Blardone, Marco Rottoli e Riccardo Chiaberta.
I due gruppi vincitori sono stati annunciati l'altra sera dal presidente del Jazz Club Gianni Azzali al termine della finale, che si è svolta al Milestone con cinque gruppi in lizza: un protagonista assoluto del jazz italiano, il saxofonista Tino Tracanna, presiedeva la giuria, in cui sedevano anche il grande batterista Massimo Manzi, il direttore dello storico mensile "Musica Jazz" Luca Conti, il maestro concittadino Giuseppe Parmigiani, l'esperto della SidMa- Società italiana di musicologia afroamericana Jody Borea e i giornalisti Oliviero Marchesi e Paolo Menzani. I Jazz It Up hanno rivestito di turgidi assoli "rockeggianti" la classicissima Naima di John Coltrane e Simone di Frank Foster, mentre gli RCT Trio hanno proposto lo standard All the things you are di Jerome Kern e due lirici brani originali: Ram del batterista Chiaberta e Kyoto del pianista Blardone.
Il premio del pubblico, assegnato dal voto degli spettatori, non è pero andato né agli uni né altri, bensì a un altro gruppo finalista: il BBF Jazz Trio di Torino, con Emanuele Francesconi al pianoforte, il formidabile Simone Bellavia al basso elettrico e Francesco Brancato alla batteria, che hanno sedotto i presenti con due brani di Francesconi, Damona' waltz e Rarified, e con lo standard All of you di Cole Porter.
Stesso organico anche per gli altri due gruppi finalisti, il siciliano (di Taormina) Sam Mortellaro Trio, e il marchigiano (di Senigallia) Belem Trio. Bravi tutti e due, anche se sono tornati a casa a mani vuote. Più "classico" il Sam Mortellaro Trio, col torrenziale pianista-leader Samuel Mortellaro, il bassista Angelo Minacapilli e il batterista Francesco Alessi che si è cimentato con Windows di Chick Corea e con due composizioni di Mortellaro, Complaining triangles e B. B. Blues. Più "modernista" il Belem Trio (Diego Brancaccio al pianoforte, Filippo Macchiarelli al basso, Luca Luzi alla batteria), che ha proposto Michele di Brancaccio e una lunga versione di My favorite things che sapeva più di progressive rock anni Settanta che di John Coltrane.
Alfredo Tenni