Sabato 28 Febbraio 2015 - Libertà
Imparando l'arte con Carlo Vanoni
Spettacolo teatrale venerdi prossimo al "Filo"
piacenza - Un viaggio nell'arte, dal 1300 di Giotto fino alle opere dei giorni nostri, nei meandri della divulgazione culturale, smontando pregiudizi e mettendo in connessione dipinti e autori di ogni epoca. Un'ora e mezza per declinare 500 anni e dimostrare che l'arte è sempre contemporanea.
Questo il perimetro all'interno del quale si svilupperà la trama di L'arte è una caramella, lo spettacolo teatrale di Carlo Vanoni con la regia di Gian Marco Montesano, che arriverà al Teatro dei Filodrammatici venerdì 6 marzo alle 21 (ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti), su impulso della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Alla conferenza di presentazione dell'evento, nella sede di via Sant'Eufemia, hanno partecipato Giorgio Milani in rappresentanza della Fondazione e Carlo Vanoni, protagonista dello spettacolo, sociologo, che da vent'anni si dedica a tempo pieno al mondo dell'arte contemporanea come consulente di varie gallerie d'arte e curatore di mostre.
«La Fondazione - ha spiegato Milani, presidente della Commissione Cultura e membro del Cda dell'ente - guarda con grande interesse all'arte contemporanea che a Piacenza non è supportata da un polo di riferimento. Vorremmo seguire un doppio binario, da un lato l'educazione all'arte, dall'altro la fruizione dell'opera d'arte storica e contemporanea divenuta efficace strumento di interpretazione dei fenomeni sociali in cui, quotidianamente, siamo immersi. Lo spettacolo di Vanoni e Montesano rientra perfettamente in questo programma che abbiamo in animo di portare avanti. Lo spettacolo è una lezione d'arte divertente, educativa e interessante più di tanti documentari o dissertazioni scolastiche. Ha un finale emozionante, è rivolto ad un pubblico assolutamente eterogeneo e ci auguriamo che possa avvicinare all'arte anche chi non si può definire addetto ai lavori. Ringrazio Jacopo e Diego Maj per averci messo a disposizione il Filo e Lino Baldini che ci aiuta nell'organizzazione». La parola è passata, poi, a Carlo Vanoni che ha raccontato come è nata l'idea della pièce: «Lo spettacolo è tratto dal libro A letto con Monnalisa scritto a quattro mani da me e Luca Berta. Da lì con Gian Marco Montesano abbiamo messo in piedi una sceneggiatura, portandola in giro per l'Italia. Ho scelto di far succedere tutto questo in uno degli ultimi luoghi dell'attenzione, il teatro. Racconto una storia d'amore. L'ambizione non è certo quella di convertire persone. Voglio spiegare, andando controcorrente, che l'arte ha poco a che fare con l'emozione, l'arte è soprattutto linguaggio che muta. Non pretendo che gli spettatori, a fine serata, mi dicano che amano l'arte contemporanea ma che, d'ora in poi, quando vedranno un'opera in questo stile, riflettano prima di dare un giudizio negativo». In scena Vanoni sarà da solo con la sua interpretazione, le luci e una scenografia sobria. Un monologo? «Preferisco chiamarlo "assolo", racconterò Kandinskij con il pianoforte e Pollock imbracciando una chitarra elettrica. Vi svelerò tanti piccoli segreti, perché gli Impressionisti non furono compresi e Van Gogh in vita faticava a vendere i suoi quadri».
Matteo Prati