Giovedì 12 Febbraio 2004 - Libertà
Giusta: un Otello essenziale
Fiorenzuola - Domani sera al Ridotto del "Verdi" torna la prosa con Shakespeare. Testo prosciugato, ma la tragedia rimane
Torna la prosa al Teatro Verdi di Fiorenzuola. Dopo l'"esodo" al Palazzetto dello Sport per la "furente" radiocronaca di Italia-Brasile dell'82 di Davide Enìa (con Paolo Rossi in tribuna ad ascoltare) tocca ora alla Compagnia Gank calcare le scene stasera alle 21.30 presentando con l'adattamento e la regia di Alberto Giusta e in coproduzione con Progetto U.R.T. una singolare riduzione dell'Otello shakespeariano. Giusta è uno dei soci fondatori del Progetto U.R.T., realtà teatrale genovese di grande interesse. Qui è anche in scena nel ruolo di Iago. Davide Lorino è Otello, Stefania Maschio fa Emilia, Pierpaolo Pavan veste i panni di Roderigo, Carlo Scola quelli di Cassio mentre Mariella Speranza sarà Desdemona.
Giusta in questa elaborazione del capolavoro elisabettiano punta ad una grande semplicità di costruzione. A tale scopo ha ridotto tutto all'essenziale, a partire dal testo che ha adattato ed abbreviato a 70 minuti di spettacolo (senza intervallo); i tagli che ha apportato Giusta rendono la storia più lineare da seguire e permettono una concentrazione totale. Eliminata dunque l'ambientazione a Venezia e Cipro, i personaggi di contorno e la guerra, per toccare immediatamente il cuore della vicenda, cioè il dramma privato di uomini che abitano un palcoscenico vuoto, i personaggi agiscono su di esso, prendono forma, ridono, piangono e vengono immaginati liberamente dallo spettatore.
La qualità artistica della compagnia e il taglio ritmico ed immediato della messinscena costituiscono di per sé un'occasione unica di raccontare ancora una volta questa storia di grandi passioni.
In tanta nuda
essenzialità il lavoro, che è particolarmente piaciuto alla critica, mostra le nervature interne del racconto e svela la sua essenza di dolorosa parabola sull'eterno confronto tra cattiveria e ingenuità, intrigo e candore, persuasione occulta e inconscia disposizione ad accoglierla.
Teso e incalzante senza bisogno di alcuna enfasi, l'Otello di Giusta mostra persino risvolti ironici anche se resta una tragedia non tanto nei sentimenti quanto nell'instabilità mentale del protagonista, un Davide Lorino preda delle macchinazioni del fido alfiere che a poco a poco lo condurrà a commettere l'insano gesto ai danni dell'amata Desdemona.
Uno spaccato della complessità della natura umana; l'epilogo di un uomo forte nello stesso tempo fragile, accecato dal dubbio della gelosia. Dunque una messinscena tutta nel racconto e nell'azione che si susseguono avvincenti, con gli attori sempre in scena, di spalle al pubblico quando non recitano, pronti a scattare nella vicenda come tante marionette ubbidienti al volere di Jago che ne tira i fili.
r. s.