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Venerdì 20 Febbraio 2015 - Libertà

stagione lirica L'opera di Mozart, trasferita nell'America reaganiana, vede Aldo Sisillo sul podio dell'Orchestra regionale dell'Emilia-Romagna

di GIAN CARLO ANDREOLI
Don Giovanni di Lorenzo da Ponte, musica di Wolfgang Amadeus Mozart, quarto appuntamento della stagione lirica, è in scena al Teatro Municipale questa sera alle ore 20,30 per il turno A di abbonamento e domenica, in matinée alle 15,30 (turno B e fuori abbonamento), nel nuovo allestimento dell'Opera di Tenerife e Teatro Comunale di Modena in collaborazione con Fondazione Teatri e Teatro del Giglio di Lucca.
Il secondo atto del progetto Trilogia mozartiana, conferma il maestro Aldo Sisillo alla guida dell'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna. Il Coro "Amadeus" del Teatro di Modena è diretto dal maestro Stefano Colò. In scena, a dar vita ai personaggi della, a dir poco, curiosa vicenda, sono il baritono Alessandro Luongo (Don Giovanni), i soprani Yolanda Auyanet (Donna Anna), Raffaella Lupinacci (Donna Elvira), Ayse Sener (Zerlina), il tenore Francesco Marsiglia (Don Ottavio), i bassi comici Roberto De Candia (Leporello) e Fumitoshi Myamoto (Masetto); il basso Antonio di Matteo (Commendatore).
Don Giovanni è personaggio che affascina e respinge allo stesso tempo per il suo essere uomo senza umanità che antepone la propria libertà ad ogni altro vincolo di coscienza morale e sociale. Seduce alla ricerca di un piacere che non si placa, che non può trovare compimento. E' uomo del nostro tempo per Rosetta Cucchi, che pone Don Giovanni nella scena algida disegnata da Andrea De Micheli con i costumi di Claudia Pernigotti. Osservava Goethe a proposito del capolavoro che continua a essere proposto, negli anni, nelle più diverse soluzioni sceniche, a seguito del primo successo a Praga (1787): «Mozart ha realizzato quanto gli imponeva lo spirito demoniaco del proprio genio dal quale era posseduto».
Anche il seduttore per antonomasia Don Giovanni ha dello spirito demoniaco, è artista della seduzione senza limiti e scrupoli: Rosetta Cucchi ne fa un eccentrico artista "pop" affascinante per l'energia ammaliatrice e lo pone in uno spazio claustrofobico come può essere una discoteca degli anni Ottanta dell'era reaganiana negli Stati Uniti: lo Studio 54 di New York. Niente parrucche incipriate, quindi, ma colorate luci al neon e la fotografia usata in modo ossessivo per fermare l'attimo fuggente.
Il mito del personaggio si realizza nell'inseguimento di un qualcosa di non ben definito. Dice Rosetta Cucchi: «Don Giovanni ama e odia se stesso e si autodistrugge». Il maestro direttore Aldo Sisillo si è fatto carico di condurre l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna a svelare i segreti della scrittura musicale mozartiana. «Tutte e tre le opere di Mozart su libretto di Da Ponte - ricorda il maestro -, rappresentano l'espressione degli affetti spezzati, con una meravigliosa ricchezza di emozioni, con repentini cambiamenti di ritmo e di suono, dal tono ironico a quello tragico».
E' ampiamente riconosciuta all'opera di Mozart la godibile miscela di situazioni contrapposte, risolta ancor prima nel testo di Da Ponte, passando, con disinvoltura, da una scena cruenta come il duello in cui trova la morte il padre di Donna Anna, al gioco di seduzione infilato nel corteo di nozze di Masetto con Zerlina. La musica fa il portento di rendere il tutto con ammirevole e godibile leggerezza, secondo l'intenzione dell'autore e del «genio che lo possedeva».

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