Domenica 22 Febbraio 2015 - Libertà
Dalla scrittura all'insegnamento fino all'impegno nella vita politica
la biografia
Igino Maj era nato a Piacenza nel 1920 e ha avuto memoria buona fino a qualche giorno fa, prima di lasciarci. Levantese d'adozione, è stato un poeta, uno scrittore e un critico letterario e artistico: «Cominciò a scrivere - ricorda il figlio Claudio - nel 1945, quando era militare ad Agordo. Vide una mostra dello scultore Antonio Murer e ne tracciò una recensione critica. Piacque alla redazione de La Voce Veneta e a soli 25 anni si ritrovò la firma sul quotidiano, che in quell'epoca aveva un buon seguito. Di lì la sua grande passione per la scrittura e l'arte. Ebbe un rapporto di grande passione per tutto ciò che sapeva di letteratura, pittura e scultura; frequentò l'Accademia Militare alla Farnesina a Roma, che gli diede la possibilità di diplomarsi in educazione fisica e di insegnare una materia che sì lo interessava, ma che poco aveva a che vedere con il suo mondo. Ricordo di avere letto qualche tempo fa un'intervista a Giangiacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della Sera, nella quale sottolineava come mio padre a scuola leggesse i grandi poeti del suo tempo e come in pochi anni fosse diventato un punto di riferimento per gli studenti che volessero pubblicare le loro poesie o i loro scritti. Era benvoluto dai ragazzi e un po' meno dai colleghi, ma questa è un'altra storia».
Tra l'educazione fisica, la letteratura e l'arte, in Maj c'è anche la politica. Ricoprì infatti la carica di consigliere comunale a Piacenza nelle file del Partito liberale tra il 1965 e il 1970 (quello presieduto da Malagodi per intenderci) a fianco di Pietro Midili, preside dell'Istituto Romagnosi e dell'avvocato Corrado Sforza Fogliani. Poliedrico ed eclettico, Maj ha vinto diversi premi letterari, fece parte della "Accademie d'Arts, Lettres e Sciences" di Parigi e scrisse diversi libri di poesie e tre romanzi su Levanto, dove è sempre stato molto apprezzato: Quel mare di Levanto nel 1964, Levanto, un mare per due (2 edizioni nel 2001 e 2002) e Levanto, le pagine dell'arcobaleno, scritto nel maggio 2004.
Nel 1967 istituì il Concorso internazionale di poesia "Città di Piacenza" grazie al sostegno della Cassa di Risparmio prima e della Fondazione poi, ne organizzò 27 edizioni e in una di queste, negli anni Ottanta, a vincere fu Alberto Bevilacqua, col quale ha avuto rapporti d'amicizia anche in seguito. Conobbe alcuni tra i più grandi poeti italiani, quali Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo e riuscì, in una delle edizioni del Premio, a convogliare a Piacenza, il cardiochirurgo Christian Barnard. Scusate se è poco.
Ma. Mol.