Lunedì 23 Febbraio 2015 - Libertà
Quella Classe di morti sta sui banchi di scuola
Da domani a giovedì al Filo per "Altri percorsi" lo spettacolo di Nanni Garella con i pazienti psichiatrici di Arte e Salute
piacenza - «Non c'è racconto, ma emozioni e immagini», come scrive Nanni Garella per presentare la sua personalissima rivistazione de La classe morta di Tadeusz Kantor, spettacolo di culto, opera fondamentale nella storia mondiale del teatro datata 1975. La classe, così il regista ha rivisto il titolo del suo spettacolo, approda al Teatro Filodrammatici in tre repliche, domani, mercoledì e giovedì sempre alle ore 21, per il cartellone Altri percorsi della stagione di prosa Tre per Te di Teatro Gioco Vita.
Un appuntamento da non perdere. L'opera, insignita del Premio della Critica 2013, è nata da un laboratorio condotto dallo stesso Garella sull'opera del grande pittore e regista polacco con la compagnia di pazienti psichiatrici "Arte e Salute", associazione onlus bolognese con cui Garella lavora da tanti anni, che coproduce lo spettacolo con Emilia Romagna Teatro Fondazione.
Anche Piacenza vanta una sua eccellenza in questo campo: la compagnia Diurni e Notturni, composta da pazienti e operatori del Dipartimento di Salute Mentale dell'Azienda USL. Per questo l'associazione Amici del Teatro Gioco Vita, nell'ambito del progetto InFormazione teatrale, ha organizzato l'incontro Il teatro e la mente: esperienze a confronto in programma domani alle 17 al "Filo". Durante il confronto interverranno Nicola Berti, aiuto regista de La classe; Ivonne Donegani, psichiatra referente per il progetto bolognese, e gli attori di Arte e Salute; il regista Nicola Cavallari e lo psicologo Marco Martinelli, guide dei Diurni e Notturni, e la compagnia. Giovanni Smerieri, psichiatra psicoterapeuta, sarà il moderatore.
Tornando allo spettacolo, che ha ottenuto anche il prestigioso Premio Anima ideato dall'omonima associazione no profit promossa da Unindustria, Garella, ispirandosi alla partitura di Kantor, uno dei talenti creativi più originali e incisivi della nostra epoca, inventore di una personalissima forma di linguaggio espressivo a metà fra il teatro e le arti visive, ha messo in scena dodici personaggi adulti nei banchi di una vecchia aula scolastica, ormai trapassati in una sorta di limbo, nel luogo dei giorni ineffabili dell'infanzia, i giorni che tornano solo nei ricordi, a volte vividi e pieni di energia, a volte stanchi e melanconici, a volte lancinanti come cose irrimediabilmente perdute. Il risultato è un commovente inno alla vita, ormai passata ma che ritorna nella sua pienezza solo a patto di fare i conti con il nulla della morte.
Con il loro vissuto di sofferenza, gli attori-pazienti psichiatrici di Arte e Salute si sono dimostrati gli interpreti perfetti. «Ho pensato di affidare questi personaggi - scrive Nanni Garella nelle sue note di regia - agli attori di Arte e Salute, perché l'infanzia ha per loro un significato molto particolare: forse più che per altri, essa è separata dal resto della vita, come divelta dallo scorrere naturale della maturazione e dell'età; ed è per loro più facile che per altri rappresentare la bellezza e l'insostituibile pienezza di felicità del tempo perduto dei banchi di scuola».
Paolo Schiavi