Martedì 17 Febbraio 2015 - Libertà
"Don Giovanni" e l'universo mozartiano
"In...canto d'opera": applaudita performance ai Teatini per i cantanti diretti da Beretta
di GIAN CARLO ANDREOLI
Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte, musica di Wolfgang Amadeus Mozart, prossimo appuntamento della Stagione Lirica, sarà al Teatro Municipale venerdì 20 febbraio (ore 20,30) e domenica 22 (ore 15,30), nella nuova produzione dell'Opera di Tenerife e Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri e Teatro "Giglio" di Lucca, con l'Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna, diretta dal maestro Aldo Sisillo, il Coro "Amadeus" del Teatro di Modena, diretto dal maestro Stefano Colò, la regia di Rosetta Cucchi, scene di Andrea De Micheli, costumi di Claudia Pernigotti. Alla sala Teatini per la rassegna In... canto d'Opera, il dramma giocoso Don Giovanni è stato presentato a cura dell'Associazione "Nel Pozzo del Giardino" e Fondazione Teatri, dal maestro Marco Beretta che ha selezionato le pagine salienti della complessa trama, accompagnando al pianoforte i giovani interpreti, i soprani Francesca Sorteni "Zerlina", Joohee Lee "Donna Anna", Alice Molinari "Donna Elvira", il tenore Sun Woong Park "Don Ottavio", il baritono Michele Patti "Don Giovanni", il basso Kim JeongHo "Leporello".
Don Giovanni o il dissoluto punito debuttò a Praga (1787), in onore della sorella di Giuseppe II, attesa nuova opera, dopo il successo di Nozze di Figaro. Lorenzo Da Ponte, a sua volta bandito da Venezia per uno stile di vita piuttosto disinvolto, si appassionò alle imprese del bugiardo di professione, campione di profanità Don Giovanni, conquistatore di cuori femminili per vantarsene: «In Italia 640, in Almagna 231», sospinto da forza istintiva, senza freni, curiosità, ansia di piacere, a dispetto di ogni regola morale o civile, fino al delitto. Mozart con la sua musica ha fatto della giocosità dramma, del dramma un gioco sebbene crudele, specchio della vita, con soluzioni innovative dell'opera lirica. Don Giovanni è presentato alle prese con Donna Anna. Sorpreso dal padre di lei, non esita a infilzarlo in duello: «Spettacolo funesto». Se ne incarichi l'amante di Anna, Ottavio di «vendicar quel sangue». Non da meno, Donna Elvira, sedotta e abbandonata: «Quel barbaro dov'è che mi mancò di fé». Si consoli la povera che il catalogo delle vittime è fin troppo lungo e già il seduttore si volge a nuova conquista della contadinella Zerlina avviata a nozze con Masetto. Puro esercizio di fascino per rubarle la «prima volta»: Là ci darem la mano, là mi dirai di si. Salvata è l'ingenua dall'arrivo di Elvira e di Anna con Ottavio alla ricerca dell'assassino. Don Giovanni non esita a coinvolgere il fedele Leporello, cedendogli i suoi abiti, per fuggire e sottrarsi alla vendetta, e si salva a mala pena anche l'incolpevole fuggendo a sua volta. Don Giovanni, dopo aver tentato di sedurre anche la cameriera di Donna Elvira: «Deh vieni alla finestra, o mio tesoro, a consolar il pianto mio», si ritrova con Leporello al cimitero e non esita a sfidare la statua del Commendatore, sua vittima, invitandolo a cena. Donna Elvira, ancora innamorata, cerca di dissuadere Don Giovanni, si penta finalmente il perfido, che però non ascolta ragione, curioso di vedere come può finire il misterioso incontro. S'apre una voragine e Don Giovanni è inghiottito dal fuoco infernale. Non poteva finire così un dramma annunciato giocoso, ed ecco tutti in scena a sollevare lo spirito degli spettatori attoniti con la morale finale: «Ripetiam allegramente l'antichissima canzon. Questo è il fin di chi fa mal», con tanti applausi.